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Data: 12/09/2016 -

Drago racconta Kessie, il bomber dell'Atalanta che doveva fare il difensore: "Una mia intuizione avanzarlo in zona gol"

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Pinilla? No. Ah forse Paloschi? Nemmeno. Allora sarà sicuramente Papu Gomez? Niente, fuori strada. Il capocannoniere dell’Atalanta targata Gasperini si chiama Franck Yannick Kessié ed è nato in Costa d’Avorio sul finire del 1996. Eh sì, ancora un paio di settimane nel pancione della mamma e sarebbe stato addirittura un ’97.

Non ha ancora 20 anni, ma da quello che ha fatto vedere in campo con la maglia dell’Atalanta - alla sua prima stagione in serie A - ha già il piglio del veterano. Del centrocampista di categoria, come si diceva una volta, bravo negli inserimenti e soprattutto nel buttarla dentro. A Bergamo stanno imparando a conoscerlo in queste settimane, ma bastava chiedere giusto qualche informazione in Romagna, più precisamente a Cesena. Dalle parti del Manuzzi, infatti, Massimo Drago lo ha svezzato nella sua bottega, quella di un allenatore attento ai giovani con l’argento vivo addosso (basti pensare a Florenzi, Bernardeschi, Cataldi e tutti gli altri venuti fuori dalla fabbrica Crotone…) ed i segni particolari del predestinato. “Quando è arrivato a Cesena non lo conoscevo - racconta Massimo Drago a gianucadimarzio.com - ed era in rosa come quinto difensore centrale”. Cosa? Sì il Cesena lo aveva preso in prestito dall’Atalanta per quel ruolo. “Poi mi sono bastati due allenamenti nei quali l’ho dovuto provare come centrocampista per necessità, per rendermi conto che quello era il suo ruolo ideale”.

Merito delle sue qualità fisiche ma non solo. “Assimila subito tutto quello che gli dici ed è molto intelligente. Tatticamente può fare tutti i ruoli ed ha grandi tempi di inserimento”. Ecco spiegato perché ha già segnato 4 gol in tre partite. “In realtà ero convinto che in serie A avrebbe fatto benissimo, ma io per primo mi sono stupito dei 4 gol realizzati in così poco tempo”. D’altra parte anche per Drago è stata una scoperta alla quale non ha potuto più rinunciare. “L’ho messo dentro con il Livorno e  da quella partita non l’ho tolto più”.

Anche perché oltre alle doti fisiche e tecniche unisce anche una grande carattere. “E’ un ragazzo eccezionale,  un simpaticone che si fa voler bene dai compagni anche se è molto taciturno”. Per non parlare della personalità, come dimostrato in occasione del rigore “scippato” a Paloschi contro il Torino e realizzato qualche secondo dopo. “La personalità non gli manca. E’ andato anche contro le regole perché c’è una lista di rigoristi e di sua volontà ha preso la palla per calciare. Ma non mi stupisce perché caratterialmente è fortissimo”. Ma nello spogliatoio si sa far volere bene. “A Cesena era amico inseparabile di Moussa Koné che lo ha aiutato anche ad inserirsi. Ancora oggi che non sono più in squadra insieme si sentono tutti i giorni”. Un po’ come lo stesso Drago che con tutti i suoi “enfant prodige” ha sempre conservato un grande rapporto. Ora se lo gode a distanza - mentre siamo al telefono sta appunto guardando i gol di Kessie in tv - con un pizzico di orgoglio assolutamente giustificato.



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