In una lunga intervista rilasciata a sportnieuws.nl, Djavan Anderson, centrocampista di proprietà della Lazio, in prestito al PEC Zwolle in Eredivisie, ha affrontato il tema del razzismo, specificando come in Italia sia ben presente ma non ai livelli dell'Olanda. Concetto difficile da spiegare. Queste le parole del giocatore: "Per una persona di colore, meglio vivere in Italia che in Olanda. In Italia ti dicono ne**o di mer*a' in faccia, ma se porto mio figlio a scuola, per esempio, sarà trattato come qualsiasi altro bambino. Qui in Olanda sarei stato Zwarte Piet ogni anno da bambino". Zwarte Piet ('Pietro il Nero') è una figura folkloristica olandese e belga che rappresenta il servo di colore di San Nicola (Saint Niklaus), il portatore di doni (da qui deriva 'Santa Claus') che nella notte tra il 5 e il 6 dicembre fa felici i bambini portandogli i regali.
Anderson, quattro anni in Italia con le maglie di Bari, Salernitana e Lazio, ha parlato dell'esperienza vissuta in Italia, per spiegare il suo concetto: "Anche mia madre all'inizio aveva paura di venire in Italia, ma si è davvero innamorata. La gente del sud è molto calorosa e accessibile, quindi ha vissuto l'Italia davvero in modo positivo. In Olanda invece si fa finta che tutti siano i benvenuti, ma quando fai domanda per un lavoro, guardano il tuo nome e cognome e sei già indietro di 1-0".
Nonostante questo, Anderson è ben consapevole che in Italia il problema del razzismo esiste, come si è visto anche negli stadi: "Mi piacerebbe che tutti si fermassero e uscissero dal campo, non solo Koulibaly", facendo riferimento agli episodi che hanno toccato il difensore del Napoli. "Se non lo sostieni, in realtà significa che stai sostenendo le persone che in quel momento sono razziste. Certa gente non dovrebbe mai più entrare in uno stadio di tutto il mondo".