Dalla D alla Serie A, tutto d'un fiato. Il Parma è ritornato nel grande calcio e ora si prepara per una grande sfida, quella contro la Juventus. Una gara molto attesa in città, come sottolineato anche dal doppio ex Dino Baggio.
“Sono già in partita – ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport - Un tifoso parmigiano come me, perché questo io sono, non può non sentire questo momento: lo so che le cose sono cambiate rispetto a quando giocavo io, ma il cuore batte come allora. Non c’è niente da fare, vivo di passione. La Juve è fortissima e secondo me questo può essere l’anno buono per la Champions.
Non c’è soltanto Cristiano Ronaldo, Allegri ha a disposizione due squadre: esce un campione ed entra un campione. Sulla carta, al Tardini non c’è partita. Però il calcio è bello perché è strano. Il Parma ha fatto un miracolo con tre promozioni consecutive, dalla Serie D alla Serie A in tre anni: una cosa mai vista in Italia. Io dico che, se contro la Juve finisse 0-0, sarebbe come aver vinto una finale di Champions League. Ma purtroppo temo che non andrà così”.
Dino Baggio ritorna poi su quel passaggio dalla Juve al Parma nel 1994: “Impossibile dimenticarlo. La Juve mi cedette al Parma senza avvertirmi. E io, che avevo anche l’offerta del Milan, m’impuntai. Capello mi voleva affiancare ad Albertini nel suo Milan, la prospettiva mi piaceva. A Parma mi accolsero con freddezza, all’inizio mi fischiavano se sbagliavo un passaggio. Mi feci voler bene dai tifosi per l’impegno che mettevo sempre sul campo e per i gol che segnai proprio alla Juventus.
Quello fu il primo campionato nel quale si assegnavano tre punti per vittoria. Loro, i bianconeri intendo, si adeguarono subito: giocavano sempre per vincere, in casa e fuori. Noi del Parma, invece, in trasferta a volte ci accontentavamo del punticino. E poi venne la sfida al Tardini dell’8 gennaio. Andiamo in vantaggio con un mio gol e poi la Juve si scatena: in un quarto d’ora ce ne fanno tre. Mamma mia, che bambola!.
Il titolo lo vinse la Juve? Sì, però noi li battemmo nella doppia finale di Coppa Uefa. Che partite! Uno a zero al Tardini. E sapete chi segnò? Io. Poi il ritorno si gioca a San Siro. Loro vanno in vantaggio con Vialli, premono, spingono, picchiano, ci diamo botte da orbi e alla fine che cosa succede? Che faccio gol ancora io e la Coppa ce la portiamo a casa noi”.