Le procedure per l’effettuazione dei controlli sono organizzate secondo precise indicazioni contenute in un DISCIPLINARE DEI CONTROLLI E DELLE INVESTIGAZIONI che attraverso un “Piano per la distribuzione dei controlli” (TDP - Test Distribution Plan), programma e attua un’efficace distribuzione dei Controlli sia in competizione sia fuori competizione sugli atleti soggetti alla giurisdizione della NADO ITALIA.
La NADO ITALIA, approva annualmente il TDP elaborato dal Comitato Controlli Antidoping (CCA), relativo ai diversi sport e discipline sotto la propria giurisdizione, che è periodicamente monitorato, valutato, eventualmente modificato e aggiornato in base ad eventuali mutamenti delle circostanze o delle strategie antidoping.
La fase della pianificazione, a cura del CCA, comprende la raccolta, il monitoraggio e il controllo delle informazioni (ad esempio il numero degli atleti in particolari sport, la programmazione della stagione sportiva, i programmi individuali di competizione e di allenamento), la valutazione del rischio potenziale di doping e delle possibili matrici di doping per ogni sport/disciplina, nonché lo sviluppo di un sistema efficace ed efficiente di distribuzione delle risorse in relazione ai rischi rilevati.
Ai fini della predisposizione del “Piano per la distribuzione dei controlli”, il CCA si attiene al Documento Tecnico predisposto dalla WADA, che stabilisce attraverso una valutazione dei rischi quali sostanze vietate e/o metodi proibiti hanno maggiore probabilità di essere usate in maniera illecita in determinati sport o discipline sportive, accertandosi altresì che le tempistiche dei Controlli siano programmate in modo tale da garantire la dissuasione e il rilevamento di pratiche di doping.
La valutazione del rischio di doping da parte del Comitato Controlli Antidoping avviene sulla base di una serie d’informazioni fra le quali si evidenziano: i requisiti fisici dello sport o disciplina; il possibile effetto d’incremento della prestazione indotti dal ricorso al doping; i possibili vantaggi, economici e non, al ricorso al doping ai differenti livelli di uno specifico sport o disciplina; le statistiche e analisi dei dati disponibili sul doping; le analisi dei risultati dei precedenti TDP; tipi di sostanze o metodi proibiti percepiti dall’Atleta come utili al miglioramento della prestazione sportiva nello specifico sport e/o disciplina; fase della carriera in cui un Atleta è più incline all’uso di sostanze vietate o metodi proibiti; fase della singola stagione sportiva in cui un Atleta è più incline all’uso di sostanze vietate o metodi proibiti.
Una volta espletata la fase di valutazione di rischio doping il Comitato Controlli Antidoping nell’elaborazione del proprio “Piano per la distribuzione dei controlli” definisce il Gruppo generale degli Atleti che saranno soggetti ai controlli antidoping. Tale Gruppo comprenderà di norma tutti gli Atleti di livello nazionale della disciplina agonistica interessata; definisce le priorità fra sport e/o discipline diverse; istituisce il Registered Testing Pool (RTP-Gruppo registrato ai fini dei controlli), definendone i criteri di inclusione degli atleti. Tale gruppo comprenderà di norma gli atleti nazionali di alto livello che gareggiano ai massimi livelli dell’attività agonistica nazionale e internazionale della disciplina agonistica interessata.
L’elaborazione del “Piano per la distribuzione dei controlli” dovrà infine assicurare il coordinamento con le attività condotte, chiarire ruoli e responsabilità riguardo alla conduzione dei controlli durante le manifestazioni, in conformità al Codice WADA; condividerà tempestivamente le informazioni relative ai controlli eseguiti, attraverso un database centralizzato, in conformità al Codice WADA.
Per attuare il “Piano per la distribuzione dei controlli”, il Comitato Controlli Antidoping seleziona gli Atleti da sottoporre al prelievo del Campione applicando i seguenti due metodi: Controlli mirati (Target Testing) e Selezione Casuale (Random Selection).
Individuati gli atleti da sottoporre a controllo sulla base di precisi criteri e definita la tipologia del controllo, il Comitato Controlli Antidoping disporrà il controllo in competizione ovvero fuori competizione sulla scorta di priorità e modalità ben definite.
Saranno disposti in via prioritaria controlli fuori competizione negli sport e/o nelle discipline considerate ad alto rischio doping durante i periodi fuori gara. Saranno disposti in via prioritaria controlli in competizione negli sport e/o nelle discipline considerate a basso rischio doping durante i periodi fuori gara. Ci saranno un controllo urinario, un controllo ematico e dei controlli riguardanti il profilo longitudinale ovvero il passaporto biologico dell’Atleta.
Il controllo potrà di norma svolgersi tra le ore 05.00 e le ore 23.00, salvo il caso in cui sussistano validi motivi per lo svolgimento di controlli in orari notturni. Di conseguenza, l’Atleta non potrà rifiutare di sottoporsi al controllo anche laddove lo stesso sia disposto in orari diversi dalla fascia oraria dalle 05.00 alle ore 23.00. Tutti i controlli saranno svolti senza preavviso salvo in casi o circostanze eccezionali. Il Personale di supporto dell’Atleta o qualsiasi altra persona con un conflitto di interessi non dovrà essere coinvolta nella pianificazione dei Controlli, nella selezione degli Atleti nonché nella fase di attuazione del controllo.
Un Atleta inserito nel Gruppo registrato ai fini dei controlli è tenuto a comunicare trimestralmente le informazioni personali complete e accurate relative ai luoghi di permanenza nel periodo di riferimento in modo tale da poter essere sempre localizzato ai fini dei Controlli nel corso di tale periodo. Può delegare la produzione di una parte o di tutte le Informazioni sulla reperibilità presso il luogo di permanenza o qualsiasi aggiornamento delle stesse a terzi, quali, a titolo esemplificativo, un allenatore, una Squadra (per gli Sport di Squadra), un dirigente o una Federazione Nazionale, purché la terza parte accetti tale delega. Tuttavia, anche nel caso di delega, ciascun Atleta rimane responsabile della correttezza e aggiornamento dell’indicazione dei luoghi di reperibilità.