La maglia numero 10 è in estinzione? C'è chi, come il Napoli, l'ha ritirata, chi ha deciso di non assegnarla temporaneamente, come la Juventus, e chi ha deciso di assegnarla a un nuovo arrivato, come l'Udinese. Rodrigo de Paul sarà all'altezza di indossare la 10 che fu di Antonio Di Natale?
"E’ una maglia molto pesante" - dichiara proprio "Totò" nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport - "Deve essere gestita da qualcuno che ha qualcosa di straordinario, fuori dal normale e che ha fatto cose importanti. La 10 di Maradona? Giustissimo non darla a nessuno. Maradona è stato unico e per Napoli qualcosa di più. Pensa, indossare la “10” in uno stadio come il San Paolo dove se sbagli un passaggio e ti crolla tutto addosso. Insigne è fortissimo, ha talento, ma innanzitutto non è un vero 10, gioca più spostato sull’esterno. Meglio così, sarebbe stata una responsabilità troppo pesante. Il vero numero 10 in A è Saponara dell’Empoli. E non lo dico perché lo conosco bene, visto che sto a Empoli. E’ maturato, sa lanciare le punte, si inserisce in zona gol, tira, ha classe e qualità E, soprattutto, fantasia. Un trequartista vero".
Un altro 10 perfetto sta in Sardegna: "Joao Pedro del Cagliari lo è, l’ho seguito in B lo scorso anno, è un bel giocatore. Rodrigo De Paul? Per quel che ho potuto vedere è un buon giocatore. Numero 10? Evidentemente si è sentito di prenderla. Probabilmente non conosce bene la storia di quella maglia a Udine, ma non gliene si deve fare una colpa. In questo caso le decisioni le prende la società, è la società che dice se sì dà o non si dà. Totti? Un amico, una bella persona, un giocatore straordinario, ho la sua maglia e ne vado fiero. Anche nel suo caso deciderà la società cosa fare della sua 10, io non la darei a nessuno. Oltre a Maradona gli altri più grandi 10 della serie A sono stati Platini, Baggio, Zola, Del Piero, Seedorf. Seedorf l’ho apprezzato tanto giocandoci contro. Come Baggio. Un onore sfidarlo, peccato non avere la sua maglia".
Il giocatore con caratteristiche da 10 è in estinzione? "Lo spazio c’è, ma vedo che quasi tutti giocano con due punte, una più rapida e una di peso. Alcuni fanno il 4-3-3, ma non è che il trequartista non te lo puoi permettere. Bisogna vedere se ci sono i trequartisti; si dice spesso che mancano certi ruoli, per esempio i terzini. Il problema semmai è un altro. Che bisogna lavorare nelle scuole calcio, nei settori giovanili devono insegnare la tecnica. È questo troppo spesso non accade. Noi cerchiamo di farlo e ogni tanto qualche ragazzino emerge. E’ la gioia più bella. Mio figlio Filippo? Lui si deve semplicemente divertire. Non è stato facile farlo trasferire, dopo 12 anni belli a Udine, ma ora è contento come noi ed è quel che conta".
Tante le maglie regalata in carriera da Totò: "Sarebbe impossibile calcolarle. La chiedevano tifosi, giocatori, campioni e giovani, allenatori, dirigenti, arbitri. Ma posso solo andarne fiero. L’ultima l’ho regalata a Castori, il tecnico del Carpi e sono felice che mi abbia ringraziato. È’ un uomo vero che lavora con tanta passione".