Hai 20 anni, da compiere a maggio. Fino a pochi mesi fa giocavi in Serie D, a fine mese ti aspettava un rimborso spese da 600 euro e la domenica affrontavi Fano o Fermana. Adesso, segni il 3-2 decisivo in finale per far vincere alla Juventus il nono Viareggio della sua storia. Quiz: il primo sms, a chi lo mandi? Alessio Di Massimo non ha avuto dubbi: smartphone in mano, dita sulla tastiera e messaggio per Alessandro Lucarelli. Non il capitano del Parma, è soltanto un omonimo. Eppure per Alessio, talento da predestinato e storia da favola, è anche più importante: dell’Avezzano che lo ha lanciato in D e ceduto alla Juventus, Lucarelli è l’allenatore. “So che avete vinto, grandi!” gli ha scritto Di Massimo, perché in contemporanea, mentre la Primavera bianconera festeggiava il Viareggio grazie al suo gol, l’Avezzano vinceva 2-0 il derby col Giulianova.
“Un rapporto forte, siamo rimasti legati. Noi a lui e lui a noi: prima delle trasferte i miei giocatori accendono la tv per guardarlo in Primavera, e lui si informa sempre sui nostri risultati. Ieri sapeva già tutto… ed era felice per noi. Ci scriviamo ogni settimana”, racconta l’allenatore che lo ha lanciato. Quello che ha voluto, inseguito, cresciuto Di Massimo. Pensare che di lavoro non fa neppure l’allenatore, lui insegna educazione fisica a scuola e gestisce una palestra. Però, di talento, evidentemente se ne intende perché scoprì Alessio “in Promozione, aveva 16 anni. Eravamo avversari, in quella stagione fece 17 gol. Poi l’anno scorso di nuovo contro: Eccellenza, noi campioni e loro retrocessi. La prima richiesta per la Serie D fu lui”, ci raccontò Lucarelli poche settimane prima che Di Massimo partisse per la Juventus. Oggi, è tornato a parlarne. Con la voce sorridente ed orgogliosa. “Sono contento per lui, ho visto alcune partite. E’ rimasta la sua indole, ha tanta personalità e nei momenti decisivi riesce a fare gol e non farsi prendere dall’ansia. Me lo ricordo a 16 anni, batteva i rigori in Promozione senza paura. Si è ripetuto in Eccellenza, in D… e adesso al Viareggio. Lui c’è sempre, ci si può contare nei momenti decisivi”. Lucarelli non ha dubbi: il ragazzo si farà, eccome. “Preferisco avere giocatori così che altri timorosi, lui è rimasto quello che era. Sa quello che vuole, ha avuto la sfortuna di non arrivare presto in questi settori giovanili. E’ leggermente in ritardo… Però procurarsi un rigore in finale, strappare la palla ad un compagno e batterlo… beh, è tutto normale. E’ il Di Massimo che conosciamo. Anzi, può fare molto di più”.
Alessandro sorride, orgoglioso davvero. “E’ solo l’inizio”, assicura. Poi svela anche i contenuti dei loro continui sms ieri sera: “Era felice, è il suo primo trofeo con la maglia della Juve. Era contentissimo… la sera prima gli avevo fatto l’in bocca al lupo, ieri gli ho scritto di vincere Coppa Italia e scudetto per fare il triplete. E poi, l’anno prossimo, dovrà andare in Under 21”. Dall’Abruzzo all’Azzurro, sembra quasi un gioco di parole. Lucarelli non ha dubbi, perché “Alessio ha trovato un ambiente top, il migliore che ci possa essere. Mi ha parlato benissimo di Grosso e dei compagni. Per lui è un’esperienza incredibile”. E il futuro? “Lui non potrà rimanere in Primavera, qualcosa dovrà succedere”. Di sicuro, non tornerà in D. Chissà che, il primo sms da professionista, Di Massimo non lo scriva proprio ad Alessandro Lucarelli.
A Viareggio, allo Stadio dei Pini, c'era pure papà Concetto. Erano in 9 tutti per Alessio, tra i familiari, la ragazza Mara e il titolare del Bar Ristorante Roma, "il primo vero tifoso di Alessio". Una trasferta Avezzano-Versilia organizzata in pulmino, come tante altre volte. Poi, "causa forza maggiore siamo venuti con due macchine". Al telefono la voce di papà Di Massimo non nasconde l'emozione di una dolce prima volta, quel trofeo vinto dopo pochi mesi in bianconero. "Sono scese le lacrime, mi ha fatto piangere di nuovo" racconta a GianlucaDiMarzio.com, "come quando lessi le prime voci sull'interessamento della Juve o come quando a Modena, il 16 gennaio, fece il suo esordio in bianconero". Doppia gioia per il papà, juventino da una vita come tutta la sua famiglia. Non quella della madre, però, "loro sono tutti milanisti. E purtroppo - scherza Concetto - da piccolo stava molto coi nonni materni... e mi è diventato rossonero pure lui". Al Milan Alessio ha anche segnato, in questo Viareggio: gol nel 4-0 agli ottavi. Esultanza? "Certo che sì: gliela avevo chiesto e me l'aveva promessa, perché 'questo è il mio lavoro papà' mi disse". Concetto di lavoro fa il rappresentante, ma il calcio è il vizio di famiglia. "Anche la sorellina Michela gioca benissimo, ha un gran destro" confessa il cuore di Di Massimo sr.
Stop, rewind. Minuto 80 di Juventus-Palermo: quel rigore? "Che sofferenza!", ammette. Poi racconta, minuto per minuto: "Quando l'ha conquistato mi sono alzato dalla tribuna e sono andato in fondo al campo. Dopo la discussione con Vadalà, quando l'ho visto strappare il pallone dalle mani dell'argentino, ho pensato: 'E se lo sbaglia?'. Poi il gol... e che liberazione!". Via ai festeggiamenti, poi foto e chiacchiere con la famiglia. L'abbraccio di Alessio e Concetto si consuma all'uscita dagli spogliatoi, "ci siamo salutati e siamo stati un po' insieme prima che ripartissimo. Anche per la sua ragazza, si vedono così poco...". Non è facile gestire centinaia di chilometri di distanza, eppure dopo poco ci si abitua. Perché Alessio "non dico che è grande, però insomma..." sospira papà. Orgoglioso del figlio che nella scorsa estate prese il diploma da geometra, "sempre uno dei migliori a scuola" racconta fiero, e che chissà, presto, potrebbe vestire anche la maglia azzurra dell'Under 21: "Ho già pianto quando in tv l'ho visto cantare l'inno al Viareggio. Vedere un figlio che fa quello che ama e che canta il nostro inno è un'emozione". E quella chiamata della Juve? "Chiamarono prima me e poi lui. Mi telefonò il suo agente Donato Di Campli per anticiparmelo. E adesso... eccoci qua". Dall'Abruzzo a Viareggio, dalla D alla Juventus: come una Tirreno-Adriatica corsa in senso contrario. Il pullman della Juve riparte per Torino, quello che doveva essere il pulmino di papà Concetto torna verso casa. Con il primo, grande, ricordo in bianconero di una favola chiamata Alessio Di Massimo.