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Data: 23/12/2018 -

Nel segno di Totti, Zenga e…Batman. Di Mariano: “Venezia, puntiamo in alto”

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La nostra intervista all’acquisto-rivelazione del Venezia di Tacopina: cresciuto con lo zio Schillaci, studiando Totti e ora allenato dall’Uomo Ragno. Ma il supereroe preferito è…
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La nostra intervista all’acquisto-rivelazione del Venezia di Tacopina: cresciuto con lo zio Schillaci, studiando Totti e ora allenato dall’Uomo Ragno. Ma il supereroe preferito è…

Non sappiamo se è il giocatore che il Venezia si meritava, ma di sicuro era quello di cui aveva bisogno. Di Mariano è carico, determinato, in fiducia. Anche quando arriva ai nostri microfoni. Dove vuoi arrivare, Francesco? “Non mi voglio accontentare: sicuramente questi cinque gol sono un buon bottino però sarebbero potuti essere ancora di più. Quindi voglio continuare a farne il più possibile”. Per trasformare il magic moment in regolare affermazione. Da quando veste l’arancioneroverde, l’attaccante di Palermo sta giocando sui livelli più alti della sua carriera: 15 partite in Serie B, 5 reti, capocannoniere di una squadra che dopo un avvio stentato si è ritrovata sotto la cura Zenga.

Il classe ‘96, che di mestiere non fa la prima punta (“Mi piace correre, giocare negli spazi”), si è riscoperto bomber (buon sangue non mente) e ora ci ha preso gusto. Qui ho trovato un ambiente ideale, un gruppo affiatato, ci racconta Di Mariano in esclusiva per Gianlucadimarzio.com. “Tante volte quando ti esprimi al meglio sono i piccoli dettagli che fanno la differenza. Al Venezia tutte le persone che mi circondano si rispettano, facendomi sentire veramente bene. Ho trovato dei nuovi stimoli”.



La scorsa stagione sembra così lontana. “Vivere una retrocessione pesa, a Novara non ero più a mio agio e volevo cambiare”. Merito di una società che ha creduto in lui. “Il presidente Tacopina e il ds Angeloni mi hanno proposto quattro anni di contratto, dimostrando di volermi fortemente. Così mi sono sentito subito parte del progetto Venezia”. Bene già con Vecchi, benissimo con l’Uomo Ragno. Lui ci ha fatto svoltare a livello mentale. Ti tratta da uomo, ti rispetta. E questa è la cosa più bella. Ha lavorato subito sulla nostra testa, facendo ritrovare al gruppo serenità e voglia di giocare. Il primo giorno si è presentato in spogliatoio con un discorso da vero leader, ce l’ha proprio nel sangue”.

E Di Mariano è stato il primo marcatore della nuova gestione: a salvare Walter Zenga nel derby contro il Verona ci ha pensato proprio il nipote di Totò Schillaci. Un filo conduttore da 'notti magiche', che il giocatore tuttavia ridimensiona. “Certo, quando l’allenatore ha scoperto chi era mio zio, mi ha chiesto di lui. Ma niente di più”. Contro il Brescia, lo scorso 24 novembre, il numero 20 ha toccato l’apice. Segna subito, poi il Venezia rimane in inferiorità numerica già al 22’. “Paradossalmente, quando c’è stata l’espulsione di Falzerano per me in avanti ci sono stati più spazi, perché loro spingevano per cercare il gol. Il mister voleva che rimanessi alto per sfruttare in contropiede la mia velocità ed è andato tutto per il meglio”. Per Di Mariano arriva la doppietta, all’interno di una prestazione strepitosa: nella ripresa solo una grande parata di Alfonso gli nega il tris. Lì avrei portato il pallone a casa, pazienza. Ci proveremo la prossima volta”.


Lo spirito di chi ha voglia di spaccare il mondo, di dimostrare di aver saputo imparare dai più grandi. Oggi Zenga, ieri Schillaci. E Totti: nemmeno ventenne, Di Mariano è stato portato per otto volte in panchina dalla Roma di Garcia. “Mi allenavo spesso con loro, ma Francesco è una persona veramente umile e riservata anche durante la settimana. Parlava con i suoi compagni, ma non prendeva in disparte noi giovani per qualche dritta. Mi ha dato solo la maglia prima di Roma-Catania”. Di Mariano però non si è lasciato sfuggire l’occasione. Lo osservavo, cercavo di apprendere il più possibile da lui: la sua professionalità, il suo modo di allenarsi. Anche dalle stupidaggini: una volta abbiamo perso una partitella, De Sanctis e Totti si prendevano in giro e il portiere lo ha punzecchiato: -Adesso porti tu la porta!-. E lui l'ha fatto. Uno come Totti potrebbe benissimo fare quello che vuole e tirare dritto in spogliatoio. Invece quell’episodio mi ha impressionato: una simpatia e una semplicità fuori dal normale”.

Lezioni di calcio indirette, che ora Di Mariano applica dalle parti del Penzo. “Uno stadio che mi piace, all’inglese, con la tifoseria vicino al campo. Ma è tutta la città a essere fantastica: Murano, Burano, le isole. A Venezia ci ho fatto anche il prematrimoniale con la mia ragazza, a giugno ci sposiamo” . Auguri! E tolti gli scarpini allora, Francesco si allena a fare il marito? “Andiamo a fare shopping, al cinema. Poi mi piace tanto viaggiare. Se invece sto a casa playstation e serie tv: ora sto guardando tutte quelle della Marvel” .

Essere super in campo non gli basta. Il mio eroe preferito? Batman!. Finché Di Mariano continua a giocare così, l'Uomo Ragno in panchina se ne farà una ragione.




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