Da levante a ponente, da Pegli a Bogliasco, passando per il centro di una città che ha tanta, tantissima voglia di fare festa. L'attesa è (quasi) finita: venti ore, qualche minuto in più. Poi le luci del Ferraris si accenderanno sui novanta minuti più importanti dell'anno: 'La partita', come l'hanno definita Giampaolo e Mandorlini alla vigilia, quella che a Genova e dintorni può valere davvero una stagione intera. "Perché qui puoi anche fare tutto bene, ma se poi sbagli il derby..." le parole del Presidente Ferrero dal piazzale del Mugnaini. "E poi l'occasione per noi è quella di riscrivere la storia, - pensieri e parole questa volta sono dell'allenatore blucerchiato Marco Giampaolo, che sulla possibilità di fare una doppietta andata-ritorno che in A manca dal 1959 aggiunge - è una bella possibilità e va inseguita. Per noi e soprattutto per i nostri tifosi, che saranno in inferiorità numerica ma si faranno sentire".
"Per rendersi conto di quanto sia importante questa sfida poi basta andare un po' in giro per per la città - la risposta del collega Andrea Mandorlini, da poche settimane nuovo allenatore del Grifone - sono orgoglioso di poterla vivere e di poterla giocare, non vedo l'ora sia domani". Per vivere le emozioni della prima volta, quella che come si dice non si scorda mai. E poi da riscattare in casa Genoa c'è il 2-1 dell'andata (unico precedente di Giampaolo) deciso dal gol di Muriel e dall'autogol di Izzo. Ma ogni derby è storia a sé, si sa. E allora eccola l'attesa per un'altra nuova bellissima pagina tutta da scrivere, e da raccontare. La numero cento quattordici tra Genoa e Sampdoria, questione di numeri, ma non solo.
Perché a scendere in campo domani - illuminati dalla Lanterna - saranno anche e soprattutto i cuori degli oltre trentamila tifosi. Tutti pronti a spingere il Ferrari verso il (quasi) tutto esaurito, sicuri che regaleranno l'ennesimo spettacolo al quale Genova ha abituato ormai da tempo. Quegli stessi tifosi che, in questi minuti, staranno cercando (invano) di chiudere occhio, svegliarsi il più tardi possibile e ridurre così al minimo l'attesa che li separa dal fischio d'inizio. Tra pronostici, cabale e gli immancabili sfottò: la parte più bella di una sfida lunga settantuno anni.
"Belin domani ci pensa Patrik a voi altri, entra e segna". "Altro che Schick, la risolve Ntcham. Mandorlini ha già pronto il cambio, come mette piede in campo la 'imbelina' all'incrocio sotto la Sud come contro il Bologna" il botta e risposta dell'ultim'ora dei tifosi rossoblucerchiati, tra un 'mandillo' al pesto (fazzoletti di lasagne di pasta all’uovo) a Boccadasse, una 'panissetta' (sorella della farinata, preparata con farina di ceci bollita per almeno un'ora e servita fredda) e un cucullo (o coccoli, di origine araba, avvolti nella peppià, nome genovese della carta per alimenti) da Mario e l'immancabile focaccia. Rigorosamente al formaggio, se l'attesa la si sta vivendo a Recco. Ventisei chilometri e quaranta minuti di distanza da Marassi, ma la stessa 'ansia pre-derby' di chi il Ferraris lo ha ad appena due passi.
Come finirà? Appuntamento a domani per scoprirlo. E allora, tutti a nanna (per chi ci riesce), e domani parola al campo. Quello del Ferraris, che accenderà le sue luci sull'ennesimo Derby della Lanterna. Che a pensarci bene quasi quasi è meglio aspettare a dormire, e godersela ancora un po' quest'attesa: che è vero toglie il sonno, ma emoziona e regala sensazioni che solo chi è cresciuto a pesto e focaccia può capire. Buona notte (insonne) allora, e buon derby a tutti.