Un derby è uno spartiacque che divide in due una città, un evento che ha del surreale, una nota di pazzia nello scorrere tranquillo della quotidianità. Quando c’è il derby, la città si ferma. Le strade vuote, silenziose, in ossequioso rispetto di chi segue la partita: allo stadio, al bar, in casa solitario. Il mondo esterno, per novanta minuti, non esiste. La rivalità è più accesa che mai.
Ma questo sabato a Verona saranno riscritte le regole della stracittadina veneta, con le due fazioni unite nel nome di una battaglia che trascende il gioco del calcio. Il 18 luglio 2015 moriva a Melbourne Dimitris Moras, fratello del difensore dell’Hellas Vangelis, a seguito di una rara e particolarmente aggressiva forma di leucemia. Il calciatore del Verona si era sottoposto a un trapianto di midollo per salvare il suo familiare ma il tentativo, seppur andato a buon fine, non aveva dato i risultati sperati nel lungo termine. Da quel giorno, scosso dalla perdita del fratello, Moras ha promesso solennemente di portare avanti la lotta di chi combatte contro questo male, fondando l’associazione “Save Moras”.
Questo sabato Hellas e Chievo scenderanno in campo con una patch sulla divisa da gioco, raffigurante il logo di “Save Moras”: ricevuto il permesso dalla Lega Serie A, le maglie saranno poi messe all’asta e l’intero ricavato finanzierà le iniziative della fondazione. “Ringrazio le due società, che hanno accettato di collaborare così a stretto contatto alla vigilia di un derby molto importante – commenta orgoglioso il difensore greco classe '81 durante la conferenza stampa dell’iniziativa - Dimitris mi aveva chiesto di continuare la sua battaglia, prima di morire, ed esserci riuscito mi riempie di gioia”.
Il Bentegodi è pronto ad accogliere le squadre e i tifosi al seguito, consapevole di fare da arena a un evento unico nella storia del derby veronese. Due squadre separate dal campo, ma unite dall’impegno per la ricerca scientifica. Perchè uniti si vince.