Deportivo de la Coruña: dalla rimonta sul Milan alla terza serie
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Data: 07/02/2021 -

Deportivo de la Coruña: dalla rimonta sul Milan alla terza serie

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Chi si ricorda del Deportivo de la Coruña? Una delle favole del calcio spagnolo dell’inizio del nuovo millennio: vincitore della Liga nel 2000 e della Copa del Rey nel 2002. Ad oggi il paragone più azzeccato potrebbe essere quello con il Leicester di Claudio Ranieri, ma tornando indietro nel tempo il Deportivo ha saputo dire la sua anche in Champions League, eliminando il Milan campione in carica nei quarti di finale del 2004. Ma che fine ha fatto oggi? 

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Il Deportivo è in Segunda B, la Serie C italiana. Una situazione paradossale se si pensa che in una normale settimana di vent’anni fa il “Superdepor” si starebbe preparando ad un nuovo duello europeo o sarebbe in lotta per le prime posizioni in campionato. Non ci crede nemmeno l’allenatore che sedeva sulla panchina durante quel periodo d’oro, Jabo Irureta: “Mi sarei immaginato il Deportivo in seconda divisione, ma mai in Segunda B”. 

Già perché in quel Deportivo hanno giocato calciatori del calibro di Bebeto e Mauro Silva (campioni del mondo col Brasile nel 1994), Roy Makaay, Rivaldo e Djalminha (sì, quello della bicicletta). La squadra galiziana ha lasciato un segno indelebile anche nel calcio italiano: nella Champions League, stagione 2003/04, prima elimina gli ottavi la Juventus e poi, nei quarti, rimonta il Milan di Kakà e Shevchenko dopo aver perso l’andata 4-1. 

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Il peso dei ricordi è sempre stato troppo forte, anche quando le prestazioni sono cominciate a scendere: “Volevamo tornare tra i migliori ma ogni campionato è stato una delusione”. Parole forti quelle di Manuel Pablo, giocatore del Depor dal 1998 al 2016, che ha vissuto in prima persona una discesa inesorabile, anche a causa delle difficoltà economiche: “Per essere un grande club non basta vincere titoli, devi gestire al meglio la società sotto ogni punto di vista”. 

Un'organizzazione societaria che è mancata soprattutto nella seconda metà del millennio quando alla guida della squadra si sono visti cambiare quattro presidenti e dodici allenatori. Poca continuità e un futuro tutto da scrivere, e magari in fretta: “Il sostegno della gente non è mai mancato, ma se non si cambia al più presto il rischio è quello di vedere in città più maglie di Real e Barcellona”. Rivali di sempre, che il Deportivo era riuscito a spodestare, riuscendo a dare una nuova brezza alla Liga spagnola.  

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Dopo la retrocessione dell’ultima stagione, le difficoltà si fanno sentire anche per la mancanza di pubblico. Il Riazor, infatti, è stato teatro delle battaglie passate e combattere davanti a 20mila persone aiuterebbe sicuramente gli Herculinos a raccogliere qualche punto in più per risalire. Probabilmente sarà un cammino ancora lungo, ma la speranza di rivedere il Deportivo tra le grandi non deve spegnersi, magari per rivedere un’altra bicicletta di un “nuovo Djalminha” contro il Real Madrid.

Tags: Liga



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