Se il tuo nome è Salvatore, è destino che tu debba metterci lo zampino nei momenti più inattesi, quando serve un episodio. La serata di D'Elia, difensore mancino del Bari, è stata nel segno del “nomen omen”: stadio Zini, minuto 64. Cremonese e Bari sono sul punteggio di 0-0, serata da cuori duri per i ragazzi di Fabio Grosso. Su una palla che spiove in area lombarda da destra, Cinaglia rinvia di testa. Sfera per aria, che arriva sui piedi del numero 6 del Bari. D'Elia aggancia con il suo piede, il sinistro, e sembra perdere il tempo giusto per calciare. E' un'illusione, per i padroni di casa. E' il preambolo a un gol da tre punti, per gli ospiti. Destro che taglia l'area, lascia di sasso Ujkani e muore sul secondo palo. 0-1 e boato nel settore ospiti, con circa 400 tifosi a festeggiare. Sembrava quasi che lo subdorasse, D'Elia: nella sua ultima conferenza stampa lo aveva detto. “Dobbiamo calciare di più dalla distanza, ne abbiamo i mezzi”. Brienza, entrato al 57', aveva suonato la carica chiamando alla parata Ujkani. Coraggio, Salvatore: chissà se D'Elia ci ha pensato prima di caricare il destro e consegnare tre punti al Bari.
Alla seconda rete stagionale, la prima in carriera con 'l'altro piede', quello che un mancino in genere usa solo per camminare. A Empoli, all'alba della sua avventura in biancorosso, non aveva evitato la sconfitta. Allo Zini ha portato in cassa tre punti pesanti, che consolidano il quarto posto di Galano e compagni. “Ora abbiamo più consapevolezza nei nostri mezzi” aveva detto il 28enne arrivato in Puglia dal Vicenza alla vigilia della partita contro l'Empoli. Fine gennaio, arrivò un ko per 4-0 al San Nicola: quella consapevolezza ora è tornata, e fa rima con Bari operaio. Squadra tornata solida, che da cooperativa del gol chiede marcature anche a chi non è un bomber di natura. Come D'Elia. Che in comune con il suo allenatore Fabio Grosso ha il ruolo e il numero di maglia, quel 6 che ha accompagnato l'ex calciatore della Juventus negli anni a Torino. “Non mi accontento mai per natura - si racconta così - avrei potuto fare di più, ma sono stato condizionato dall'infortunio che mi ha tenuto fuori per due mesi nella prima parte di stagione”. Contro chi? Cremonese, match di andata. Guaio alla caviglia e 14 partite fuori dai giochi. Nella serata dello Zini si è ripreso quello che la sorte gli aveva tolto. Con gli interessi. Da vero Salvatore.