Nel 2006 si prese la rivincita forse più importante della sua carriera, proprio in Germania. La palla che si insaccò alle spalle di Lehmann, in semifinale, scacciò via i brutti ricordi. La finale di Berlino fece il resto. Alessandro Del Piero non può che ricordare con piacere quel mondiale:
"A Dortmund eravamo sfavoriti" - si legge nelle pagine del Corriere della Sera - "Loro padroni di casa, 85 mila tifosi tedeschi contro 2 mila nostri, nello stadio in cui non avevano mai perso, ci definivano pizzaioli e cascatori contro la 'grande Germania'. Alla fine ci applaudirono anche i tedeschi. C’è una connessione speciale tra queste due Nazionali, la maggior parte delle volte va bene a noi. Numeri e storia sono dalla nostra parte. Cerchiamo di farli pesare. Spirito di rivalsa? Accadde qualcosa di simile nel 2006. È una molla che può scattare e diventare determinante, crea compattezza interna, porta concentrazione".
A distanza di 10 anni di nuovo Italia-Germania. Anche in questa occasione gli "azzurri" partono sfavoriti: "La Germania è la squadra più forte. Hanno giocatori giovani e in forma. Il Mondiale vinto. Talento. L’affidabilità della struttura tedesca. Sarà la partita più difficile. Se riuscissimo a superare questo scoglio, anzi diciamo iceberg, poi si aprirebbero scenari interessanti... Ma di questo ora non si parla. Le assenze di Motta e De Rossi hanno un peso, inutile negarlo. Non credo che Conte cambierà modulo, sarebbe un errore. Penso che manterrà gli stessi equilibri, non stravolgerà la struttura. Per dieci undicesimi la squadra ha grandi automatismi, molta confidenza. Ed è in crescita, ha colmato il gap emotivo che poteva aver prima, ha tante certezze. Questa è un’Italia molto più forte rispetto a un mese fa".
Del Piero indica il pericolo numero uno dei tedeschi: "Müller. Non ha ancora entusiasmato, ma con le sue qualità potrebbe azzeccare la partita, e con lui tutto il centrocampo. Hanno un ottimo portiere, una buona difesa, cambi in attacco. Ma la vera forza sta nel mezzo. Noi senza talenti? Forse non come nel passato, ma dei talenti ci sono. Talento vuol dire anche mettersi al servizio degli altri e giocare con la testa. E' una Nazionale basata su altre caratteristiche, come la tenacia, tattica, il fatto di essere outsider. Il Brasile è, o forse era, basato sul talento, con 6-7 giocatori capaci di risolvere: noi questo lo facciamo con il gioco e l’unione di intenti".
Un giudizio sul resto dell'Europeo: "Hazard sta crescendo, Bale trascina il Galles. Ma il vero fenomeno di questo campionato è l’Islanda. Buona preparazione tattica, discreta tecnica, non sono solo scarponi che buttano via la palla. E se pensiamo che si tratta di una Nazione di 330 mila abitanti... È davvero incredibile. Attenti al Belgio. Eccezionale bagaglio di talenti. Hanno preso la scoppola iniziale dall’Italia che li ha riportati alla realtà, hanno reagito bene".