Deinster SV, facce dipinte contro il razzismo: la storia
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Data: 01/04/2016 -

Deinster SV, facce dipinte contro il razzismo: la storia

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Davanti alla stupidità di pochi hanno opposto il coraggio di non nascondersi. Davanti ad un atto di razzismo nei confronti di un loro compagno, i giocatori della squadra tedesca del Deinster SV hanno deciso di non fare finta di nulla, di non minimizzare. Per questo motivo hanno pubblicato sulla pagina Facebook la classica foto di squadra con un piccolo particolare: tutti e 22 i giocatori della rosa hanno le facce dipinte di nero.

Un gesto di grande solidarietà nei confronti di due compagni di squadra nativi del Sudan: Emad Babiker e Amar Alnoor. Emad infatti alcuni giorni fa era stato vittima di insulti ed offese durante una festa in città. Ingiurie a sfondo razzista che non avevano lasciato indifferenti i compagni di squadra, autori, insieme alla società, di questo gesto di sostegno. Una foto particolare corredata da questo commento: “Il nostro amico e compagno Emad sabato è stato picchiato e insultato per motivi razziali. Questo è molto triste! La violenza nei confronti dei rifugiati è patetica!!".

Un’azione bellissima che ha anche un precedente nel nostro paese. Nel giugno del 2001 infatti il Treviso scese in campo, in una partita contro il Genoa, con il viso truccato di nero. Il colore della pelle del giovane compagno nigeriano Akeem Omolade, che subì nel corso del campionato, proprio dai tifosi trevigiani, fischi e cori a sfondo razzista. Un’escalation discriminatoria che ebbe il suo culmine una domenica di fine maggio, quando gli ultrà veneti lasciarono le tribune dello stadio di Terni nel momento dell'ingresso in campo del giocatore nigeriano. Un’azione che colpì molto l’opinione pubblica e lo stesso pubblico di Treviso, che contro il Genoa applaudì l’ingresso in campo del nigeriano, andando in visibilio al momento del gol.

Due azioni simili per due gesti deprecabili. Con la speranza che un po’ di trucco sul viso o una piccola modifica con Photoshop, possano mettere finalmente la parola fine al razzismo nel mondo del calcio.

Di Marco Juric

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