Chievo-Lazio, domenica 11 settembre. Spogliatoio del Chievo. L’arbitro con la distinta in mano fa la chiama. “De Guzman?” “Jonathan, 1, grazie”. Probabilmente, per qualche secondo, l’arbitro sarà stupito nel vedere un giocatore senza guanti e con la maglia uguale ai suoi compagni rispondere “1”. Ma ormai il calcio è così. Potere del marketing. Quest’anno sono 20 anni che la Lega Calcio ha aperto le frontiere della scelta del numero di maglia, dove ogni calciatore può decidere liberamente. Ma su una cosa il campionato italiano era stato implicitamente intransigente. La numero 1 la portano i portieri. Fino ad oggi. De Guzman infatti ha voluto sdoganare anche questa piccola regola non scritta, passando alla storia come primo calciatore di movimento in Serie A a indossare il primo numero della lista.
Una scelta particolare che però non una prima volta nel panorama calcistico mondiale. Ci sono stati nel corso degli anni molti giocatori “di movimento” che hanno scelto, per varie ragioni, alcune molto curiose, di indossare in attacco, in difesa e a centrocampo la maglia che da sempre rappresenta il portiere. Il primo in assoluto fu Ruud Geels, che con la maglia dell’Olanda partecipò ai Mondiali del 1974 giocando con la maglia numero 1 da attaccante. Sempre in ambito della Nazionali ha fatto storia la scelta che l’Argentina perseguì per tre Mondiali consecutivi. Assegnare la maglia secondo l’ordine alfabetico dei convocati. Infatti per le manifestazioni del 1978, 1982 e 1986, la 'camiseta albiceleste' venne consegnata sulle spalle prima di Norberto Alonso, poi di Osvaldo Ardiles, forse il più famoso centrocampista 'numero 1' e infine di Sergio Omar Almirón. Proprio il padre di Bernardo, che fu l’ultimo argentino scelto in base al proprio cognome.
Anche nei club stranieri questa scelta fu fatta da molti calciatori. Rimase storica quella di Edgar Davids ai tempi del Barnet. Allora si prese la "1" per sottolineare la sua autorità di allenatore-giocatore e capitano della squadra inglese. Come per l'argentina, per motivi alfabetici, fu assegnata la prima maglia del Charlton al difensore scozzese Stuart Balmer, nei primi anni 90. Per Simon Vukcevic invece, all’epoca del Partizan Belgrado, la scelta fu fatta dai tifosi che gli consegnaro la maglia numero 1 in segno del loro rispetto. Invece, sia Pantelis Kafes in Grecia che Adolfo “Bofo” Bautista, la adottarono solo per distinguersi. Lo stesso messicano indossò anche la numero 100 con la scritta My Angel, in ricordo della madre e per tutta la carriera divenne famoso per acconciature piuttosto particolari.