"Ha un'educazione e una serietà che non appartengono più a questo tempo". Basterebbero queste poche parole di Giovanni Branchini per descrivere Suazo, oggi 38 anni. A Cagliari, dove ha trovato moglie e messo su famiglia, è conosciuto come "King" David, perché dopo il mito, Gigi Riva, nella classifica dei marcatori di tutti i tempi c'è lui, Suazo. Certo, arrivare secondi non è mai bello. Ma se il primo sul podio è un certo "Giggi" da Leggiuno, allora, quel secondo posto, vale come fosse il primo. A dirla tutta, un primato lo ha pure strappato all'altro re di Cagliari: il record di gol in una sola stagione, ben 22 nell'annata 2005\2006. Come "Rombo di Tuono" è nato in novembre e ha vinto un titolo di campione d'Italia, Suazo nella stagione 2007-2008. In Honduras? Il migliore di sempre: 17 goal in 55 presenze con la sua nazionale e un terzo posto nella Copa America del 2001.
"Il Cagliari ha creduto in me più di quanto ci credessi io: ero un ragazzino di 19 anni" - raccontò Suazo - "Mi volle Tabarez e ricordo ancora i 30 giorni di ritiro: un altro mondo per me. All’inizio, fu difficile, in alcune partite non toccavo palla: una realtà totalmente differente". L'esordio arrivò contro il Venezia, il 26 settembre del 1999, la prima e unica rete di quell'anno il 7 maggio del 2000 a Piacenza. Poi la palestra in B, dove Suazo esplose: 50 gol in 4 stagioni. L'attacco Suazo-Zola-Esposito trascinò i rossoblù in serie A, dove David realizzò 43 gol in tre stagioni. "Era devastante" - conferma Mauro Esposito ai microfoni di GianclucaDiMarzio.com - "Nonostante fosse velocissimo, andava più veloce del pallone, riusciva ad abbinare una buona tecnica: era completo. A volte prendeva palla nella nostra trequarti difensiva, se li scartava tutti e scagliava bolidi sotto l'incrocio".
Immancabile l'aneddoto... "Fu il primo ad accogliermi quando arrivai a Cagliari. Capii subito che tipo di persona era: mi ospitò a casa sua per un mese. Ricordo ancora che in cucina non era il massimo. Una sera mi offrì un dessert particolare, banane fritte, un piatto tipico dell'Honduras. Per educazione e anche perché ancora non c'era la confidenza giusta, le mangiai. Poi dopo un paio di giorni glielo dissi: 'Senti David, sei un bravissimo ragazzo e non smetterò mai di ringraziarti. Ma per favore, non mi fare più le banane fritte!'. E' una cosa simpatica, che gli ricordo sempre quando ci sentiamo perché tutt'ora siamo rimasti molto legati. E' una persona simpaticissima, sempre con la battuta pronta. Discreto, educato, ma gli piace fare gruppo e strappa sempre un sorriso a tutti".
"Ciccio" Esposito ha più sentito Suazo? "Le nostre famiglie si frequentavano, mia moglie e la sua sono amiche anche adesso: uscivamo spesso assieme. David è quello che mi ha dato di più negli anni a Cagliari fin dall'inizio e ovviamente questo legame è rimasto forte anche oggi. L'ho incontrato di nuovo in occasione di Cagliari-Pescara: abbiamo passato un po' di tempo assieme, a ricordare il passato. So che ha intrapreso questa nuova carriera da allenatore: gli auguro tutte le fortune possibili perché se lo merita". Nel 2007 la separazione dalla Sardegna, dopo otto stagioni: 276 presenze e 102 gol totali. "Lo volevano tantissime squadre quell'anno" - racconta ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com il suo ex procuratore, Giovanni Branchini - "Noi avevamo già trovato l'accordo con l'Inter e questo spense qualsiasi altra possibile trattativa sul nascere. Milan? In gran parte si sa quello che successe. Dopo che fu definito un accordo verbale e morale con i nerazzurri per noi non c'erano più possibilità di tornare indietro. Ci fu un blitz notturno di Adriano Galliani che provò a strappare il sì del presidente Cellino: in quel momento io ero in Giappone".
Ma per David, che sulla correttezza e la lealtà ha sempre basato i suoi rapporti, la parola data vale più di qualsiasi documento: "Le carte non erano ancora state firmate e il presidente Cellino, che era indispettito dalla lentezza dell'Inter nel chiudere l'operazione, si fece travolgere dalla determinazione di Galliani e i due firmarono degli accordi in sede. Ma noi ormai avevamo preso un impegno morale e dovevamo rispettarlo: avremmo fatto lo stesso a parti invertite. C'era un impegno, una stretta di mano: era tutto definito. Fare qualcosa di diverso sarebbe stato scorretto e noi non siamo mai stati abituati a fare queste cose". Dopo quattro stagioni non indimenticabili a Milano, con in mezzo i prestiti al Benfica e al Genoa, David non riuscì a far parte delle rosa del "triplete": "Vincere il campionato 2007-08 nell’anno del centenario è stato fantastico" - raccontò Suazo - "Un rammarico? Non ero a Madrid ad alzare la coppa perché me n’ero andato a gennaio, al Genoa, ma una presenza in quella Champions l’ho fatta". Nel 2011 la decisione di riprovare a tornare a casa, la sua Cagliari: ma anche qui qualcosa non andò per il verso giusto.
"L'anno del ritorno a Cagliari fu spiacevole perché David veniva da una serie di infortuni e non aveva ritrovato ancora la miglior condizione" - riprende Branchini - "Da queste difficoltà nacquero una serie di problemi. L'epilogo fu doloroso, perché i rapporti tra me, David, Cellino e il Cagliari erano ottimi e in quel momento ci fu un malinteso che poi con il tempo è stato chiarito. Cellino aveva la sensazione che Suazo non fosse in grado di garantire delle performance all'altezza del passato e da lì la decisione. Un evento spiacevole in cui credo sia finito in mezzo anche Roberto Donadoni. Ho mantenuto i rapporti con Cellino e ancora oggi la decisione di separarsi dall'ex ct della Nazionale è una scelta di cui il presidente è dispiaciuto. Purtroppo a volte capitano situazioni di questo tipo e bisogna saperle superare: oggi i rapporti sono i migliori possibili. Sono ancora in contatto con David, è una persona fuori dal comune, un ragazzo eccezionale, di un'educazione e una serietà che non appartengono più al nostro tempo. E' un uomo meraviglioso e tutti quelli che lo hanno conosciuto possono confermarlo".
"King" David sarebbe potuto diventare un fuoriclasse assoluto, ma una serie di infortuni e la scarsa pazienza di Mourinho l'hanno portato a chiudere la sua carriera ben prima dei 33 anni: "Penserò sempre di aver fatto la scelta giusta andando all’Inter: lo credevo allora e adesso penso lo stesso. Ci sono momenti in cui vedo delle partite e mi viene voglia di rimettermi gli scarpini e tornare a giocare: ho praticato per tanti anni questo sport, ma ho dovuto accettare la realtà". Oggi Suazo allena l'Under 16 del club sardo. "Sta facendo un'ottima carriera da allenatore e darà grandi soddisfazioni a chi avrà fiducia in lui" conclude Branchini. Chi è invitato alla sua festa? Quindicimila persone circa, perché casa sua è il Cagliari e il miglior regalo sarebbero i tre punti dei rossoblù nella gara di oggi bcontro il Verona: ne siamo certi. Intanto auguri, David.