Un concittadino prima che un amico. Daniel Miguel Alves Gomes, meglio conosciuto come Danny è cresciuto dove ha mosso i primi passi il Cristiano Ronaldo bambino, a Madeira. Un'isola che ora parla solo del numero 7 della Juventus perché ne è diventato il simbolo mondiale. Alla Gazzetta dello Sport l'ex stella dello Zenit San Pietroburgo, Danny, racconta il Cristiano Ronaldo che non conosciamo. Ecco le sue parole:
"Madeira? Qui ogni cosa parla di lui. E' un esempio straordinario per tutti i bambini dell'isola che vogliono inseguire i propri sogni. Non è solo il cittadino più famoso. Quando arrivai allo Sporting nel 2002 sapevo che c'era un ragazzino mio concittadino che ci giocava, ma non pensavo fosse così forte, aveva la stessa voglia che ha ora di essere il più forte.
In Italia non ha ancora segnato? Non c'è da preoccuparsi. Non importa come ha iniziato quest’avventura, conta soltanto come la finirà... Dategli il tempo di fare il primo, poi arriveranno subito tutti gli altri: ne sono convinto al 100%. L'addio al Real Madrid? Cristiano sia come calciatore che come uomo è uno che ha continuamente bisogno della sfida. La Juventus a 33 anni lo era. Qui vuole dimostrare di essere un giocatore ancora in grado di fare la differenza perché è il numero uno al mondo.
La sua carriera parla per lui: in Inghilterra un Pallone d'Oro, in Spagna altri quattro e ora... la sfida a Torino è ripetersi. La Juventus ora è la favorita per la Champions League? Assolutamente sì. Credo che la Juve fosse già forte di suo anche senza Cristiano, negli ultimi anni è sempre andata vicina ad alzarla quella coppa e ora ne ha la possibilità ancora di più perché ha preso un vincente, uno che nelle partite difficili si esalta sempre".
L'intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi