Danimarca “a tutta birra”. Dopo avere travolto la Russia, il paese festeggia la qualificazione senza limiti con fiumi di birra. Tanto allo stadio Parken, quanto nelle strade e nelle piazze, con raduni e arrampicate attorno ai monumenti più celebri. Bottiglia in una mano e maglietta numero 10 di Eriksen sventolata come una bandiera sull’altra.
La festa danese
Immancabile colonna sonora la canzone “What a life”, sigla finale di “Un altro giro (Druk)”, premiato come miglior film straniero agli ultimi Oscar. Ispirato allo sconsiderato uso dell’alcool che comanda da subito giovani danesi. Molti ieri sera i quindicenni che hanno brindato fino a notte fonda, a cui si sono aggiunti i neodiplomati, che proprio in mattinata avevano sostenuto l’esame finale di maturità.
Dopo la sbornia, tutti a casa
E così gli “student” nella stessa sera hanno indossato con orgoglio la maglia della loro nazionale e il classico capellino da neodiplomato come vuole la tradizione. Consegnato giusto dopo l’esame, ha il nastro rosso per i liceali, azzurro per i ragionieri e blu scuro per i periti. Una notte di canti, drink e folklore danese che per essere smaltita ha assorbito tutta la giornata di oggi, tanto che in molti si sono dati malati per non andare al lavoro.
La pulizia delle strade
Nella capitale Copenaghen, ma anche ad Aarhus ed Odense (seconda e terza città di Danimarca) i comuni hanno pulito le strade fino alle 5 di mattina. A raccogliere lattine e bottiglie vuote ci hanno poi pensato dei volontari: 1 corona (circa 0,15 Euro) per ogni pezzo restituito negli appositi dispositivi dei Supermercati. “In un'ora ne ho raccolti 300 e guadagnato altrettante corone (circa 45 euro)” ha raccontato uno dei tanti intraprendenti.
Un paese in festa e una squadra che stupisce. Il sogno danese inizia ora, con un ottavo di finale da giocare e tanta birra ancora da bere.
A cura di Marino Santi
