Cinesi e calciomercato, leitmotiv di questi giorni di partenza delle trattative: pericolo o risorsa? Per Andrea D'Amico, esperto agente, gli investimenti dei gruppi cinesi sono il mezzo attraverso il quale il calcio italiano può tornare grande: sarebbe dunque un grande errore porre dei limiti.
"Hanno scoperto il calcio come valore globale di investimento, ma anche di rappresentanza e che garantisce visibilità" - si legge nelle pagine di Tuttosport - "E, di fatto, la Cina è già uno dei protagonisti più importanti in casa nostra visto che, con l’acquisizione di Infront, attraverso la gestione dei diritti tv è diventata il più importante finanziatore della Serie A. I cinesi possono spendere soldi senza dover sottostare alle regole del fair play finanziario mentre qui in Europa le norme sono molto severe da questo punto di vista. Non credo sia opportuno penalizzare chi ha maggiori possibilità di spesa, soprattutto in questo periodo storico. Non vorrei che fosse penalizzata la Cina, piuttosto che vengano riviste le regole del Fair Play qui in Europa"
Come successo con alcuni giocatori ambiti da squadre europee, molti "crack" mondiali scelgono adesso la Cina: "E’ chiaro che ogni giocatore ambisca a un top club, ma poi ognuno ha un prezzo... Inutile lamentarsi troppo club europei devono attrezzarsi per reggere questa concorrenza aumentando i fatturati, le capacità di spesa e le vittorie che fanno blasone e richiamo per i campioni. Witsel? Di fronte a certe cifre, per certi giocatori, non c’è molto da fare. La Juventus se ne era resa perfettamente conto e non si è fatta trovare impreparata: quando hanno preso Rincon, ho capito che stava succedendo qualcosa dalle parti di Witsel... Giovani italiani sempre più richiesti? Questa è davvero un’ottima cosa perché valorizza il nostro calcio. Dal punto di vista tecnico non siamo inferiori a nessuno ed è giusto dare opportunità ai nostri talenti. Il migliore? Ce ne sono molti interessanti, ma preferisco aspettare prima di fare un nome".
In chiusura d'intervista D'Amico individua anche l'operazione più riuscita: "Pavoletti e Rincon erano logiche e attese. Il resto è ancora da definire: aspettiamo, siamo all’inizio del mercato. Iturbe? Con Mihajlovic avrà la possibilità di rilanciarsi: sarà un’arma in più per i granata. Criscito in Italia? Ora dico di no...".