Una finale d’andata piuttosto bloccata, a testimonianza di quanto Grêmio e Lanús siano squadre tatticamente preparate. Non solo una sfida tra Tricolor e Granate, ma anche un duello tra Renato Portaluppi e Jorge Almirón, le due guide tecniche che hanno plasmato le finaliste di questa edizione di Copa Libertadores. Nella notte di Porto Alegre, Renato Gaúcho vince il primo round, decidendo con due cambi la partita.
In settimana c’è stata occasione di discutere molto sui presunti metodi di lavoro dello staff del Grêmio, che secondo un reportage di ESPN Brasil avrebbe fatto filmare a una spia munita di drone e telecamere nascoste gli allenamenti del Lanús. Riprese o meno, il Tricolor riserva sempre un’attenzione particolare allo studio dell’avversario, aggiunta al tempismo delle scelte a partita in corso di Renato Portaluppi: l’ingresso di due sui fedelissimi, Jael O Cruel Ferreira Vieira e Cícero Santos ha deciso il match a favore del Grêmio. Del primo l’assist, del secondo il gol.
Entrambi sono arrivati quest’anno per rafforzare una rosa competitiva su più fronti. Renato conosce Jael dai tempi del Bahía, probabilmente la miglior interpretazioni in carriera di un attaccante che da molto tempo non veste la maglia di un club importante. L’ex romanista si è comunque fidato di lui, sia nel farlo acquistare che nel trovargli un posto a partita in corso durante un match da vincere, mentre gli schemi gremisti si stavano sbilanciando in avanti ed era necessario sfruttare il beneficio del fattore campo.
Cícero, invece, segna per chiudere un conto aperto nove anni fa: nel 2008 faceva parte del Fluminense finalista di Libertadores, allenato proprio da Renato Portaluppi. Contro l’LDU Quito il punteggio aggregato della serie fu uno spettacolare 5-5, che si risolse ai rigori a favore della squadra di Edgardo Bauza. Cícero fu l’unico a segnare dal dischetto per i carioca, ma servì a poco. Con la sua rete, la lunga strada verso la vittoria della Copa Libertadores si fa molto più breve.
di Federico Raso - Tre3Uno3