Un nome, quello di Giuseppe Borello, che ormai in molti hanno imparato a conoscere: protagonista con la maglia del Torino Primavera con cui ha vinto, anche grazie a un suo gol a San Siro contro il Milan, la Coppa Italia e che addirittura lo scorso anno ha già conquistato una salvezza miracolosa nel Crotone di Nicola. Sì, perché Borello, classe ‘99 di Catanzaro, nello scorso campionato ha già avuto modo di esordire in A con la formazione calabrese. Stadio Ezio Scida, Crotone-Lazio, la gara che regalò ai rossoblù la salvezza. Borello entrò al posto di Falcinelli al minuto 94’: esordio indimenticabile in una cornice resa magica dall’impresa salvezza appena conquistata.
Ma per capire chi sia davvero Borello, è necessario ripercorrere la sua storia, che dice quanto il calcio sia di famiglia. La sorella Sara, per esempio, gioca regolarmente a Futsal, e Giuseppe sin da quando giocava nell’ASD Calcio Giovanile Catanzarese, mostrava di avere buoni colpi. Un talento su cui scommettere. Nel 2012, a soli 13 anni, venne scovato dagli scout del Crotone. E la sua vita cambiò radicalmente. Esterno d’attacco che gioca a destra ma che colpisce con il mancino, Borello ha dimostrato negli anni di avere nel gioco di squadra una delle sue armi migliori: assist al servizio dei compagni e qualche gol, colpi che gli hanno permesso di progredire, di categoria in categoria, crescendo partita dopo partita. Fino alla Primavera crotonese, fino anzi alla Prima squadra. Poi una nuova svolta. Massimo Bava, responsabile del settore giovanile del Torino, lo prelevò lo scorso gennaio con la formula del prestito dal Crotone. Per lui, il diritto di riscatto è già fissato, e forse anche un contratto da professionista con il club di Cairo, che dovrà definire il tutto con il suo agente, Beltrami.
Intanto, una Coppa Italia Primavera è già stata alzata, trofeo che entra di diritto nel suo palmares, dopo un indimenticabile esordio in Serie A con la squadra all’epoca allenata da Nicola. La sua pecca? Un fisico ancora da strutturare, ma di giocatori minuti, rapidi e tecnici, il calcio italiano ha sempre avuto bisogno. E li ha sempre valorizzati. Chissà se sarà proprio lui uno dei prossimi.
A cura di Valentino Della Casa