Sud del Brasile, Chapecò. Santa Catarina. Una squadra che trascina con sé un popolo, che ha divertito e emozionato. I suoi tifosi e non solo, perchè una squadra del genere crea attorno a sé un frastuono dolcissimo. Infranto, però, nello schianto aereo della notte colombiana. Un sogno spezzato, una finale guadagnata e meritata sul campo che però non verrà giocata.
Il Chapecoense, forse, era già per il risultato raggiunto la sorpresa più bella della Copa Sudamericana. L'Europa League del Sudamerica infatti aveva trovato nei brasiliani il proprio Leicester. La squadra partita senza troppe aspettative che, incredibilmente, avanza fino ad una insperata finale. Avversario l'Atletico Nacional di Medellin. Colombia contro Brasile, per giocarsi la seconda coppa internazionale più importante di tutto il Sudamerica.
Fondato nel 1973, il Chapecoense non ha mai combattuto nella propria storia per obiettivi importanti. Fino al 2007 nella Série C, ha centrato la promozione nel Brasileirao, la Série A, nel 2014. Già l'anno scorso in Copa Sudamericana, il Chape, come soprannominato, era stato eliminato dal River Plate ai quarti di finale, miglior risultato internazionale della storia. Prima di quest'anno, di quella finale meritatamente raggiunta ma mai giocata.
Ora il nulla, il vuoto completo. Un silenzio assordante dopo l'impresa col San Lorenzo e la voglia di arrivare e vincere contro i colombiani di Medellin. Che li aspettavano lì, all'Atanasio Girardot, a giocarsi la Copa. L'Atletico Nacional di Medellin non ha un avversario, Chapecò non ha più la propria squadra, il Chape non c'è più, arrivato dal basso delle serie minori brasiliane era arrivato fin quasi in cima. Il titolo assegnato non è una vittoria, la tragedia non è una sconfitta, ma purtroppo molto di più. E quindi, il Chapecoense, tornerà, per vincerla per davvero quella Copa. Força Chape.