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Data: 20/03/2018 -

Dalle magie di San Siro al gol (promozione?) contro il Siena. Dieci anni dopo è sempre Valiani: "E mi diverto ancora come un bambino"

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Combatti il freddo, tiri fuori le mani dalle tasche e consulti le distinte della partita. Tanti i classe 90 in campo, numerosi pure i veterani. Sopratutto nel Livorno, dove spicca un 1980 fra le date di nascita degli undici titolari. Di nome fa Francesco, di cognome Valiani e a ottobre spegnerà la bellezza di 38 candeline. Ancora un ragazzino per la vita di tutti giorni, un giocatore ricco di esperienza in mezzo al campo. Ama l'ordine, sia a casa che sul rettangolo verde. Una passione nata con il tempo, perché da bambino faceva impazzire i suoi genitori provando i tiri al volo in cucina o in camera. Di qui la necessità di iscriverlo in una scuola calcio, di qui l'abitudine a segnare gol bellissimi.

Come il 31 agosto nel 2008, a San Siro. Giorno dell' esordio in A, dall'altra parte il Milan dei Palloni d'Oro. Quel giorno fa il suo esordio in Italia anche un certo Ronaldinho. Peccato che, al triplice fischio, parlino tutti di "Ciccio" e del suo bolide da 30 metri, che ha permesso al Bologna di espugnare la Scala del calcio. Lo invitano anche a Controcampo, poi. Lui però ha solo i pantaloncini, a prestargli una giacca e una camicia è il compagno Bombardini. Quella data Francesco se la tatuerà per renderla ancora più indelebile, perché emozioni del genere si vivono solo una volta nella vita e c'è il rischio di dimenticarsele.

Adesso di anni ne sono passati dieci. Dal Bologna al Livorno, dalla Serie A alla Serie C. Ancora la stessa voglia di prima quando si tratta di recarsi al campo per allenarsi. Un gol, questa sera, pesantissimo come quello di San Siro. Perché vale i tre punti contro il Siena primo in classifica. "Una liberazione dopo tre giorni veramente difficili" sottolinea a fine partita. Perché resuscita un Livorno in crisi, capace di vincere solo una sola volta in questo 2018. La rete della svolta, insomma. Proprio come Pulp Fiction, il suo film preferito, che fa tornare alla ribalta il buon John Travolta oltre a consacrare una giovane Uma Thurman.

Di squadre Valiani ne ha girate eccome. Da nord a sud, da Bari a Bologna, appunto. E' passato anche da Siena, dal 2012 al 2014. Anche qui segna a San Siro, dall'altra parte non il Milan ma i cugini, l'Inter di Milito, Sneijder e Cassano. Vittoria anche in quel caso, agli ordini di Serse Cosmi. Troppo importante, tuttavia, il gol di oggi per non esultare: "Anche se l'ultimo anno con la maglia bianconera lo porterò sempre nel cuore", commenta con un filo di malinconia. Il calcio, però, è un insieme di emozioni e nessuno meglio di lui lo può sapere. Come quando ammirava Baggio ma studiava Zambrotta, il miglior esempio da seguire per uno che è nato esterno di centrocampo. Anche se ha sempre preferito l'eleganza delle Mini Minor alla velocità delle macchine sportive. L'amore per le quattro ruote sullo sfondo. Perché, se non avesse fatto il calciatore, sarebbe diventato meccanico. Oppure architetto, come il padre.

Fortunatamente, però, ha scelto di inseguire i propri sogni correndo dietro a un pallone, fra una canzone degli Afterhours e un brano dei Pearl Jam. Fra una burrata e una focaccia barese, anche se ha sempre amato le lasagne al ragù più di ogni altra cosa. Dal gennaio del 2017, però, gli offrono il cacciucco. Soprattutto dopo il gol di oggi, dopo il tocco ravvicinato che ha permesso al Livorno di scavalcare il Siena e di riappropriarsi della vetta della classifica, che vuol dire molto. Anzi, probabilmente tutto. Dall'esordio dei sogni in A al big match di Serie C. Da San Siro al Picchi, dal Milan dei Palloni d'Oro al gol promozione, che potrebbe valere una stagione. Passano gli anni, cambiano i palcoscenici e gli avversari. Lui, Francesco Valiani, rimane sempre lo stesso, un ragazzo prossimo ai 38 anni che segna e si diverte come un bambino: "Quando smetterò di farlo allora dirò basta". Per ora, però, Livorno gode e se lo coccol.



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