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Data: 28/02/2017 -

Dall'Arsenal alla Lega Pro sognando la Serie A: la parabola di Renny Smith

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Dall’Inghilterra a Mantova sulle orme di Shakespeare e Dickens, accantonando la letteratura per concentrarsi esclusivamente sul calcio. Sognando il giusto trampolino di lancio. Perché è questo l’obiettivo di Renny Smith: lui, cresciuto tra l’Academy del Chelsea e dell’Arsenal, ritrovatosi quasi senza accorgersene a doversi sudare una maglia in Lega Pro.

Strana a volte la vita di un calciatore. E pensare che giusto qualche anno prima i Gunners per acquistarlo dal Chelsea sconfissero addirittura la concorrenza spietata di Man City e Liverpool, permettendogli di vestire la maglia della squadra per cui fa il tifo fin da bambino. Un percorso nelle giovanili fino alla squadra riserve culminato con la possibilità di allenarsi regolarmente coi grandi, tra i consigli di Wenger e di capitan Vermaelen, diventato fin da subito un punto di riferimento. Senza dimenticare la Nazionale Under 21 austriaca, grazie alle origini del nonno.

Poi però giunsero le prime difficoltà nel momento di affrontare il salto dalle giovanili alla prima squadra, per diventare grandi. Troppo spietata la concorrenza all’Arsenal, meglio guardarsi attorno in cerca di spazio e considerazione. Prima Burnley, poi Göteborg ma il salto di qualità stentò a palesarsi. Sul ragazzo piombò allora Giuntoli, ai tempi ds del Carpi, che intravide in Smith qualità importanti, tanto da concedergli un provino nel Carpi di Castori lanciato verso la Serie A. Quel centrocampista classe ’96 alto ben 1,87 ma ambidestro e dotato di grande tecnica che chi conosce definisce simile a Parolo, sembrava proprio far al caso loro: bastarono infatti due allenamenti per convincere la società emiliana ad offrirgli un contratto ritenuto però dal ragazzo e dal suo agente eccessivamente al ribasso. Fumata nera. Alla corsa a Smith si inserì a quel punto anche il Genoa ma a tesserarlo ci pensò il Vicenza, dove tuttavia non riuscì mai a lasciare il segno. Prima Lerda ed in seguito Bisoli non furono convinti del ragazzo: troppo acerbo tatticamente. Solamente due le presenze coi biancorossi: troppo poche per permettere a Smith di trovare la continuità sperata.

L’avventura italiana sembrava così esser giunta al capolinea ancora prima di iniziare, senza però aver fatto i conti con le sliding doors dell’ultimo giorno del mercato invernale, quando il Mantova decise di puntare sul ragazzo credendoci e portandolo in Lombardia in prestito secco. Dove è riuscito a ritagliarsi fin da subito lo spazio desiderato: già un gol ed un assist in quattro partite. Abbastanza per attirare nuovamente su di sé i radar degli ammiratori di un tempo, soprattutto di quel Giuntoli che monitora costantemente le sue prestazioni ed i suoi miglioramenti. Sperando di diventare, sulle orme di Shakespeare e Dickens, l’ennesimo inglese capace di lasciare il segno a Mantova.



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