Quando il gol è una questione di DNA tutto viene naturale. In fondo la porta è sempre quella, che sia in Italia o a Malta. Capocannoniere in Serie D con il Budoni prima, con il Floriana poi. Tutto nel giro di due anni, triplo salto in avanti: Mario Fontanella ha segnato ovunque, anche se “in Italia avrei meritato un’occasione più importante, ma la speranza di tornare per giocare magari in Serie B c’è ancora”. Ci crede Mario, non ha mai smesso di farlo, nemmeno quando dopo i 25 gol in Serie D la chiamata giusta non è mai arrivata. Almeno fino a quando sul display del cellulare non è comparso il prefisso di Malta: “Ho rischiato, ma ero sicuro delle mie capacità e di quello che avrei potuto fare – Ha raccontato Fontanella ai microfoni di Gianlucadimarzio.com - E alla fine ho avuto ragione”. Già, perché in appena due anni è riuscito ad entrare nella storia del Floriana: “Quando mio padre è venuto a trovarmi, nell’ingresso della sede del club ha trovato un busto con il mio completino, è stata una grande soddisfazione. Erano quasi 100 anni che non avevano un capocannoniere in squadra”.
Venti gol nella prima stagione, vittoria del Trophy (la coppa di lega) alla seconda: non poteva iniziare meglio l’esperienza di Fontanella. Partito da Napoli, arrivato in Sardegna ed esploso a Malta. Valigie in mano, senza paura, senza rimpianti. Con un solo obiettivo: dimostrare di poter far bene nel calcio che conta: “A Malta mi sto togliendo molte soddisfazioni: anche a livello di visibilità. Ora ho molte più richieste rispetto a quando ero in Italia: pochi giorni fa ho rifiutato offerte proveniente da Gibilterra, Arabia e Lettonia”. Le richieste ora non mancano, Mario però a Malta ha trovato la stabilità giusta, anche se all’inizio non è stato sempre facile: “Sono arrivato un po’ appesantito, non ero in forma. Si notava anche durante le prime amichevoli in cui non riuscivo a segnare. I tifosi erano un po’ contrariati dalle mie prestazioni”. Il momento negativo è durato poco, sono bastate poche parole del presidente Gaucci a ribaltare la situazione: mi ha preso da una parte e mi ha detto: “Sono sicuro che diventerai il capocannoniere del campionato”, e così è stato. Il nostro è un rapporto splendido. Ad inizio anno mi ha chiesto di portarlo in Europa, e alla fine ce l’abbiamo fatta”.
Merito della conquista del Trophy, che è valsa la qualificazione in Europa League: “E’ stato un successo storico, erano molti anni che il Floriana non vinceva un trofeo: i tifosi stanno ancora festeggiando”. Racconta e si emoziona Fontanella. E’ orgoglioso, si percepisce. Ha dato tanto per assaporare gioie del genere, ha lottato, ha assecondato senza esitare le richieste dell'allenatore Giovanni Tedesco e alla fine ha vinto: “Mi sono sacrificato molto per aiutare la squadra a portare a casa i risultati. Ho giocato praticamente da esterno per tutto il campionato, nonostante il mio ruolo naturale sia quello della punta. Ma per il bene del Floriana avrei giocato anche in porta. Anche a livello realizzativo però posso ritenermi soddisfatto perché ho segnato 18 gol stagionali. Merito di tutti, dai compagni ai tifosi”. Ma soprattutto merito suo, che ha saputo cogliere l’occasione giusta quando gli si è presentata “è stata una fortuna andare a Malta”. Lì ha trovato un’isola felice, ma il richiamo dell’Italia è sempre forte: “Se arrivasse una chiamata importante tornerei”. Perché al cuore non si comanda, anche se il suo per ora batte forte per il Floriana.