Un’altra sconfitta contro il Burton ha condannato il Sunderland alla retrocessione. Un’altra, per il secondo anno consecutivo. La squadra che un anno fa sfidava City, United e Chelsea; nella prossima stagione i Black Cats in League One. Quella attualmente guidata da Chris Coleman è la tredicesima squadra nella storia a subire due retrocessioni consecutive, dopo il ventesimo posto nella scorsa Premier League nemmeno il cambio in panchina a metà stagione il gruppo era riuscito a risollevarsi. Ancora una volta all’ultimo posto, le aspettative e le speranze di poter tornare presto in prima categoria si sono nei mesi scorsi rivelati solo illusioni.
Un lento declino culminato con un altro episodio negativo, tutto il contrario di quello che nove anni fa Ellis Short - l’attuale proprietario del club - aveva desiderato e promesso al momento dell’acquisto della società. L’imprenditore texano non è riuscito a migliorare il livello del Sunderland nonostante i 250 milioni di sterline spesi negli ultimi nove anni, l’entusiasmo degli inizi si è trasformato in quello che lui stesso ha definito “un incubo”. Un grave fallimento in campo e fuori per un club di tradizione.
Investimenti sbagliati, poca stabilità dovuta ai tanti cambi in società e soprattutto in panchina, giocatori che hanno spesso e volentieri deluso le aspettative dei tifosi. Così la disponibilità del nuovo proprietario si è man mano ridotta, le speranze di crescere sono appassite. Tanto che lo stesso Short non avrebbe nascosto la sua volontà di liberarsi del club che con questo nuovo passo indietro continua nel suo processo di svalutazione. Nessun acquirente al momento, spesso allontanati anche dalle vicende extra calcistiche.
Dal caso Adam Johnson a quello più recente che ha visto coinvolto Darron Gibson, segnali di un declino che nemmeno l’allenatore che tanto bene aveva fatto alla guida della nazionale gallese è riuscito a fermare. Non c’è pace per i tifosi dei Black Cats, che nelle ultime settimane hanno anche dovuto preoccuparsi di quelli del Newcastle. Le due tifoserie infatti sono rivali storiche (nel derby del nord-est d’Inghilterra e non solo) e quelli del Sunderland hanno dovuto limitare la vendita dei biglietti allo Stadium of Light perché temevano l’incursione degli avversari che attendevano solo di poter festeggiare in casa loro la retrocessione - come già accaduto nel 1987 quando 1000 sostenitori del Newcastle si recarono a Roker Park per festeggiare la prima retrocessione dei rivali in terza divisione.
Un evento che si è verificato per la seconda volta nella storia del club nato nel 1879 e vincitore di sei campionati inglesi e due coppe d’Inghilterra. Nei giorni scorsi la rabbia dei tifosi si era manifestata anche sulle fermate della metro di Londra, che erano state rivisitate’: “Next stop, League One. Sunderland FC, la prossima squadra a retrocedere”. Ora c’è anche la certezza aritmetica. Un’altra giornata nera per un’altra ‘nobile’ sempre più decaduta.