Dalla nuova vita in panchina ai ricordi da calciatore, Chevanton: "Con...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 04/04/2017 -

Dalla nuova vita in panchina ai ricordi da calciatore, Chevanton: "Conte e Simeone due modelli, vi dico i segreti di Cavani"

profile picture
profile picture

La carriera da allenatore è da sempre la più naturale prosecuzione di quella da calciatore. C'è chi ha da subito la fortuna di misurarsi in palcoscenici importanti, chi invece decide di partire dal basso. La famosa gavetta, spesso segreto di tanti successi. Ricordate Ernesto Javier Chevanton? Come non farlo. Uno dei simboli della 'nostalgia', di quel calcio che a parecchi manca. E, soprattutto, idolo della città di Lecce, da ormai 17 anni casa sua. Nonostante le esperienze nel calcio lo abbiano portato lontano, il richiamo della Puglia è sempre stato forte. Ed ora Chevanton è ripartito proprio da qui, per iniziare la sua seconda vita... in panchina! La prima esperienza? Heffort Soccer Dream, Allievi Regionali. Risultato? Campionato vinto. Certo, non sarà la Champions League ma vedere la gioia dei suoi ragazzi al momento del trionfo è stato per Chevanton già il coronamento di un sogno. “Insegnare ai miei ragazzi i valori che nel calcio fanno la differenza, l’umiltà, il rispetto e lo spirito di sacrificio era il mio obiettivo: ci sono riuscito ma non sono intenzionato ad intraprendere la carriera di allenatore ad alti livelli - ha raccontato Chevanton a GianlucaDiMarzio.com - Voglio trasmettere alle nuove generazioni la grinta con la quale io ho affrontato il mondo del calcio, dimostrare loro che con la giusta determinazione si può annullare il gap tecnico con le altre squadre e ottenere, così, qualsiasi risultato”. Javier Chevanton ha conosciuto il mondo dei giovani e, ora, non se ne vuole più separare. Scelta di vita la sua.


Come ogni allenatore, però, anche “Cheva” ha sviluppato un’idea di calcio che, nel corso della sua carriera, è stata influenzata dalla filosofia di gioco dei suoi maestri. Uno su tutti, Conte: “Con Antonio ho lavorato per poco tempo all’Atalanta. Era alla sua prima esperienza in Serie A, eppure già ai quei tempi si distingueva da tutti gli altri per l’aggressività e per la voglia di vincere che trasmetteva all’intero spogliatoio”. Oggi, Chevanton prova a fare lo stesso con i suoi ragazzi. “Un altro allenatore che stimo è Simeone: vale lo stesso discorso fatto per Conte, che energia!".

Carismatico e ambizioso di carattere, rapido ed esplosivo nelle gambe: Chevanton, sin dalle sue prime apparizioni con la maglia del Lecce, ha conquistato l’affetto dei tifosi giallorossi a suon di giocate mozzafiato e attaccamento alla maglia. Trovata la sua dimensione ideale nel Salento, dove oggi vive con la moglie Sandra, figlia dell’ex difensore Pasquale Bruno, e le due figlia, l’uruguaiano ha raggiunto, con la maglia giallorossa, il traguardo di 19 reti in campionato nel 2003-2004, “la mia migliore stagione in assoluto”. Dal Lecce il salto verso club ben più prestigiosi: Cheva ha vestito le maglie di squadre del calibro di Monaco e Siviglia, partecipando con gli spagnoli ai successi in Coppa del Re e Coppa Uefa nella stagione 2006/2007. Nonostante questo, però, all'estero non è riuscito a ripetersi ai livelli di Lecce. Ma... "non è questo il rammarico più grande della mia carriera - assicura - Mi porto dentro il cruccio per non aver chiuso la carriera con la maglia del Lecce, la squadra che più mi ha dato nel corso di tanti anni”.


Le esperienze all’estero hanno permesso a Chevanton di giocare ad altissimi livelli e insieme a grandi campioni, da Dani Alves nel Siviglia fino a Recoba e Cavani in nazionale. Quando Javier faceva le sue ultime apparizioni con la maglia dell’Uruguay, infatti, il “Matador” aveva appena intrapreso quel lungo tragitto che l’ha portato ad essere, oggi, l’idolo dei tifosi del Paris Saint-Germain. “Edinson è un attaccante straordinario, con una fame del gol e di fare bene impressionanti; fuori dal campo, inoltre, è fantastico: ci sentiamo molto spesso ed è rimasto il ragazzo umile e semplice che ho conosciuto tanti anni fa”. E, a proposito di grandi attaccanti, Chevanton incorona il suo “numero 1” del nostro campionato: “Belotti è fortissimo, ha una cattiveria sotto porta da vero top player. E’ più completo di Icardi, farà strada”.


Il suo chiodo fisso continua a essere il Lecce, che Chevanton considera ancora casa sua. Secondi in classifica a -6 dal Foggia, a sei giornate dalla fine del campionato di Lega Pro, i giallorossi sembrano, ancora una volta, destinati a giocarsi la promozione in Serie B via playoff. Javier, 4 anni fa, perse la finale contro il Carpi e chiuse così, amaramente, la sua esperienza con il club di Savino Tesoro. “Per potere andare fino in fondo servono rabbia e concentrazione. Il Lecce e la sua città hanno bisogno della Serie B, è importante tornarci quanto prima possibile”, spiega Cheva. “Per vincere i playoff è necessario dare tutto per la maglia, lottare fino all’ultimo minuto e non mollare mai. Difficilmente, però, 25 giocatori riescono a trovare tutti insieme la determinazione necessaria: fondamentale sarà, secondo me, l’intervento dell’allenatore e della società”. E mentre incrocia le dita per il bene del “suo” Lecce, si gode i suoi ragazzi: loro gli hanno già regalato grandi emozioni.

Tags: Lecce



Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!