Como a fare da sfondo, il premio intitolato a Vincenzo Torriani da ritirare e mostrare con orgoglio. Riceverà il suo personalissimo ‘Pallone d’Oro’, oggi Francesco Guidolin. Oltre il calcio, da sempre la passione per le corse: “Amo il ciclismo, seguo le corse, continuo ad andare in bicicletta e proverò un piacere immenso nel ricevere l’onorificenza dedicata allo storico direttore del Giro d’Italia”. L’occasione giusta per tornare a parlare anche di calcio, aspettando un’offerta allettante. “Aspetto una proposta che mi arricchisca professionalmente, non economicamente. Magari all’estero, in una nazionale. Ho bisogno di qualcosa che mi tocchi il cuore”, ha confidato a La Gazzetta dello Sport. In passato, fu ad un passo dall’allenare la Nazionale italiana: “Non ho ricevuto telefonate dirette, ma avevo segnali, sentivo che poteva essere questione di ore. Più tardi, in occasione di un avvenimento a Coverciano, il presidente federale Tavecchio mi ha confermato di aver pensato a me. E’ stato gratificante essere in corsa con Conte per la carica di c.t.”.
Nonostante nel curriculum manchi ‘una big’, per Guidolin ogni esperienza in panchina è stata esaltante: “Sono fiero dei miei risultati. Ho raggiunto l’Europa per otto volte: quattro con l’Udinese, due col Palermo, una col Vicenza e una col Bologna, seppure in Intertoto. Ho vinto una Coppa Italia col Vicenza, ho ottenuto tre promozioni dalla B alla A e una dalla C1 alla B”. Dall’Inter alla Lazio, passando per il Napoli e la Juventus. Sono diverse le big che negli anni lo hanno cercato: “Vent’anni fa, in periodi diversi, mi cercarono Moratti e Cragnotti, arrivai a un centimetro da Inter e Lazio. Nel 2004 ebbi contatti con la Juve che poi prese Capello. Nel 2013 De Laurentiis mi chiamò per il Napoli e dissi di no perché ero sicuro che sarei rimasto all’Udinese per il resto della carriera: non è andata così, pazienza. Con De Laurentiis sono rimasto in ottimi rapporti. L’Inter dopo De Boer? E’ stata la scelta più dolorosa e tormentata perché sono interista. Da bambino ho vissuto l’epopea della Grande Inter, però mi venne offerto un ruolo da traghettatore. Intuii che sarei stato confermato solo se avessi vinto tutte le partite o quasi, eventualità impossibile. Così decisi di sfilarmi e presero Pioli. Bene uguale, resto interista”.
Oggi la Serie A, Guidolin la vede dalla televisione: “Mi piace molto il Napoli di Sarri, gioca un calcio bello, veloce ed elegante, con palla sempre a terra e con mentalità propositiva. Napoli o Juve? Molto dipenderà dalla Champions, ma forse per lo scudetto la spunterà il Napoli, perché ha comprato un “giocatore” fondamentale: la consapevolezza di sé, della propria forza”. In Europa, invece, è il City ad incantarlo: “Guardo molto il Manchester City di Guardiola. Pep ha avuto bisogno di un anno per capire l’Inghilterra, in Premier non poteva replicare il suo Barcellona. Nella prima stagione ha preso le misure, ora andrà a raccogliere quanto seminato. City-Napoli? Bellissima partita, aperta a ogni risultato. Il Napoli non soffrirà di timidezza perché sa di essere riconosciuto in Europa come una delle squadre che esprimono un grande gioco”.
In chiusura, spazio ai sogni. Alla domanda “chi le piacerebbe allenare?”, Guidolin non ha dubbi su come rispondere: “Mi sarebbe piaciuto Buffon. Avremmo trovato una bella sintonia perché Gigi, oltre a essere il miglior portiere del mondo, ha qualità umane indiscutibili, è un leader. Chi ha Buffon si ritrova con una bella parte del lavoro di spogliatoio già sbrigata. E poi Isco e Asensio. Li farei giocare dietro una punta centrale. Oggi il Real è la squadra più forte al mondo. Zidane è intelligente e pieno di buon senso. E’ stato un grandissimo giocatore e sa gestire grandissimi giocatori”.