Idolo? "Ronaldo, sono cresciuto col suo mito, e trovarmelo in allenamento da un giorno all'altro è stato qualcosa di incredibile, nonostante non fosse più il Ronaldo dei bei tempi". Il Fenomeno e...il Maestro: "Pirlo era un tipo particolare, stava molto sulle sue ma nello stesso momento ne pensava e combinava di tutti i colori, soprattutto a Nesta e Gattuso". Due talenti in campo e uno in panchina: "Ancelotti l'ho conosciuto bene anche come uomo, visto che giocavo con suo figlio Davide, oltre che come allenatore. Se arrivi a quei livelli devi sicuramente essere una gran persona e lui, decisamente, lo è. Ci diceva sempre che fosse stato per lui avrebbe fatto giocare sempre noi giovani, ma il Milan a quei tempi aveva 50mila abbonati".
"Con il gruppo degli italiani aveva un grandissimo rapporto. Ovvio che io vivendola da giovane vedevo la cosa un po' in disparte, però quando il gruppo si ritrovava in situazioni extra campo il mister c'era sempre". Pillole di un Milan che non c'è più: "La società forse doveva impostare diversamente il lavoro, non c'è stato quel ricambio generazionale che andava invece costruito nel tempo. La Juventus, invece, adesso sta cercando di fare questa modifica in modo meno traumatico rispetto ai rossoneri".