Jadon chi? Sancho, naturalmente. In Germania si parla ormai soltanto di lui, il terribile ragazzino del Borussia Dortmund classe 2000 sta facendo impazzire tutte le difese. Entra nei secondi tempi e spacca le partite in due, come nessuno sta facendo in Europa. 18 anni, 1 gol e sopratutto 5 assist in soli 124 minuti giocati in campionato. Dividendo questi 124 minuti per 6, cioè le occasioni da gol create (ed efficaci) fa 20.6. Cioè Sancho fa, o fa fare gol, ogni 20.6 minuti. Mostruoso no? Ma per chi lo conosce questa non è una novità. Come Gareth Southgate, che proprio oggi lo ha convocato per la prima volta nella Nazionale dei grandi, simbolo di un nuovo ciclo che l'allenatore inglese vuole far iniziare. Ripartire dal talento, dalle giovani promesse.
Arrivato dal Manchester City per otto milioni di euro (a 17 anni eh) nell'estate del 2017 ha vissuto una prima stagione d'ambientamento, anche a causa delle pessime gestioni Bosz e Stoger che di certo non lo hanno aiutato. Nonostante ciò ha trovato lo stesso spazio: dodici presenze e un gol al Bayer Leverkusen.
Quest'anno invece è cambiato tutto, Favre lo vede come "dodicesimo", quello che entra e cambia le partite. E lui lo sta facendo. Tralasciando il settimo gol contro il Norimberga, che comunque vale tantissimo, il piccolo Jadon ha incantato con le cavalcate in contropiede e gli assist. Lo si era gi visto contro l'Eintracht quest'anno. Entra e decide con un assist al bacio per Wolf. Ma il capolavoro lo ha fatto sabato scorso contro il Bayer Leverkusen. Al di là della rimonta (da 2-0 a 2-4) entra al minuto 68. Primo assist al minuto 69, secondo nel recupero. Infermabile.
Chi è Jadon Sancho?
Ora che abbiamo capito di che talento stiamo parlando veniamo al punto: ma chi è questo piccolo fenomeno? Cresicuto a pane e Ronaldinho (suo idolo), nell'estate del 2017 lo conoscevano in pochi, quando il Borussia Dormtund ha sborsato quasi 8 milioni per poterlo avere. I genitori sono arrivati dal Trinidad e Tobago a Londra, in un quartiere nella parte Sud della città non proprio facilissimo, dove Sancho è cresciuto e ha mosso i primi passi da giocatore. Il calcio per lui era una via d'uscita, non voleva essere come i suoi coetanei. "Dopo scuola volevo solo giocare a calcio", ha raccontato alla Bild. "Attorno a me c'erano persone che facevano cose brutte, ma io non ci ho mai voluto avere a che fare".
A sette anni lo ha preso il Watford, che lo ha poi cresciuto. Poi a 15 anni la chiamata del Manchester City, impossibile dire di no. 12 gol e 4 assist in quattordici partite nelle giovanili dei Citizens durante la stagione 2016-2017, numeri pazzeschi. Ha anche giocato nella squadra delle riserve del City, ma non ha mai fatto l'esordio in prima squadra. Troppo acerbo, non era pronto. Ma lui voleva spazio. Così nel 2017 è arrivata la rottura con il City. Guardiola non gli assicurava un posto in prima squadra, così Sancho e il suo entourage hanno deciso di non rinnovare il contratto. E il Borussia non aspettava altro, giustamente.
E anche in Nazionale non è stato da meno, aspettando di capire come si comporterà tra i grandi. Sei gol con l'Under16, e poi ben 13 in sedici partite nell'Under17, oltre ai classici sette assist, che lo hanno fatto diventare "player of the tournament" agli Europei del 2017, nonostante la sconfitta in finale contro la Croazia. Insomma, predestianto lo abbiamo già detto? Adesso se lo gode il Borussia, aspettando il prossimo ingresso in campo nel secondo tempo, aspettando il prossimo assist decisivo. Magari, questa volta, anche in Nazionale.