“Gianni, ti aspetto. Il Palermo deve restare il Serie A”. Di poche parole non lo è mai stato, il presidente. Impulsivo, a tratti burbero. Volubile, tremendamente volubile: basterebbe fare la conta degli allenatori che ha cambiato nel corso di questa stagione, in tutta la sua carriera. Una lista infinita e con parecchi nomi illustri, tra cui Zaccheroni, Spalletti, Prandelli. Ma quando ritiene sia la soluzione, quella diventa l’unica strada percorribile per il bene della sua squadra. Non c’è verso. Anzi sì: il suo. Un presidente dalla memoria lunga che si fida veramente di pochi, ma generalmente non sbaglia perché sono buoni. Competenti, professionali. Prima un 'Gianni, vieni'. Poi 'Gianni pensaci bene'. E ancora 'Gianni, troviamoci per parlarne'. Venti giorni di contatti, chiamate, messaggi. E per uno come Gianni che il calcio se lo sogna pure di notte ormai da 50 anni potete immaginare la tentazione. Che c’è stata già nelle ultime stagioni - perché le offerte non sono certo mancate - ma mai così forte. Questa, diversa da tutte le altre, battiti rosanero. Gianni Di Marzio ci pensa poi chiude gli occhi e ricorda quel Venezia ’96-97 dei miracoli, della storica promozione in Serie A dopo 30 anni di assenza. Con Maurizio Zamparini presidente (del giudizio), Novellino allenatore (!) e… Gianni di Marzio direttore sportivo. Un tridente... tutt'altro che nuovo, oggi ancor di più. Allora fu miele su San Marco, fiumi di persone - mai più riviste - al Penzo. E tra Zamparini e Di Marzio una chimica che veniva naturale, sintonia totale praticamente su tutto. La parola chiave del successo? Il gruppo. “Bisogna essere una squadra” ripeteva Gianni quasi ogni giorno, pranzo o cena che fosse. “Lottare insieme”. Idee chiare, il fiuto giusto e quel carisma che ti rapisce: Napoli - fu lui a scoprire Maradona! - Catanzaro e Cosenza difficilmente lo dimenticheranno. Lì è storia. Gianni ha trascorso anche un esperienza all’estero come collaboratore di mercato del QPR: Dani Parejo una delle intuizioni più geniali. L’ultima panchina da allenatore? Palermo, stagione 1991/92. Ma lui senza calcio non ci poteva proprio stare...
Telefono che squilla incessante, è sempre lui: “Gianni, ti aspetto”. Oggi l’incontro a quattrocchi proprio nella casa del presidente, in Friuli. E tentazione che si è presto trasformata in emozione: un "arrivo presidente" è bastato per Gianni Di Marzio, che ha deciso di rimettersi in gioco, tornare a respirare calcio... giocato. Da vicino vicino, proprio come piace a lui.