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Data: 26/12/2016 -

Da Pegli a Torino, passando per Manchester e le (poche) lezioni al Gobetti: ecco Pellegri, baby talento rossoblù

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Dal lungo mare di Pegli all'Olimpico di Torino. Passando per una finale all'Old Trafford, le (poche) lezioni al Liceo Gobetti e un record speciale da custodire nel cassetto dei ricordi. Quello scritto ieri sera al minuto 88 di Torino-Genoa: Grifone sotto di uno a zero, out Rincon e Juric che si gioca la carta Pellegri, talentino 'Made in Genoa' all'esordio in Serie A a soli 15 anni e 281 giorni. Cinque i minuti di gioco, bastati a fare di Pietro il più giovane giocatore italiano sceso in campo in Serie A, eguagliato il primato di Amadeo Amadei che resisteva dal 1937. Storie di numeri, ma non solo. Perché quella dell'attaccante classe 2001 é soprattutto storia di emozioni, a (forti) tinte rossoblù. "Eh già, perché in un'epoca di globalizzazione, dove se i ragazzini non arrivano dall'altra parte del mondo pare non siano bravi, il più giovane giocatore italiano che ha esordito in A di tutti i tempi il Genoa lo ha trovato e scoperto a settecento metri dal Signorini (centro sportivo rossoblù), sul lungomare di Pegli". Tra il 'Castello Miramare' e l'Hotel 'Puppo', nel ponente di Genova. A raccontarlo a Gianlucadimarzio.com è il padre della Genoa Cfc Scuola Calcio Barabino & Partners Luca Barabino.

"Genovese, figlio di genovesi (mamma Marzia e papà Marco) e Genoani (il padre è Team Manager della Primavera rossoblù), Pietro lo abbiamo visto dare i primi calci praticamente in riva al mare". Su segnalazione della Pegliese, club di Genova che collabora con la società di Preziosi nell'ambito del 'Progetto Genoa Future Football', quando l'attaccante aveva appena sei anni. "Scuola Calcio del Genoa appena nata. La leva d'ingresso era la 2000, ma lui aveva già qualcosa in più degli altri e da sotto leva lo abbiamo preso con noi". E maglia del Grifone sulle spalle Pellegri il percorso lo ha fatto tutto. Dai Piccoli Amici alla Primavera, fino all'esordio da record in Serie A. "E pensare che due estati fa Pietro era a Neustift a fare il Summer Camp". Ieri la prima tra i grandi. "Per noi un sogno che si è realizzato - ancora Barabino - un giocatore partito con noi, entrato nel mondo Genoa dalla leva d'ingresso e portato in massima serie". Sogno diventato realtà, motivo di grande soddisfazione e d'orgoglio, soprattutto per la 'Cantera Barabino e Partners'. Per il lavoro fatto, per tutti i ragazzi che hanno esordito in questi anni" continua Michele Sbravati, Responsabile del Settore Giovanile del Genoa. Da Perin a El Shaarawy, passando per Criscito, Sturaro, Mandragora, Cofie e Lamanna. E poi Lazarevic, Boakye, Ragusa, Renzetti e Polenta. Negli ultimi mesi Panico e Ghiglione. Tantissimi i ragazzi lanciati a km zero in quasi dieci anni di attività dalla Centera rossoblù, struttura sforna talenti di casa Genoa. "E l'esordio di Pietro è un premio a tutto il Settore Giovanile, dagli allenatori ai dirigenti, passando per chi lavora dietro le quinte".

Ma che ragazzo è Pietro Pellegri? "In campo poche parole e tanto lavoro. E personalità. Non è semplice sopportare la pressione di giocare contro difensori del '97 e del '98 per un 2001. - con la Primavera di Stellini ormai Pietro si è ritagliato un ruolo da protagonista, con i Giovanissimi due estati fa a suon di gol ha sfiorato l'impresa nella finale della 'Manchester United Premier Cup' - Fuori dal campo?". Al Liceo Gobetti di Genova, dove Pietro è iscritto al secondo anno di Economico Sociale, dicono "un gran bravo ragazzo, quando viene - sorride Angelo dalla portineria della scuola - scherzi a parte, lui col calcio è molto impegnato e quindi frequenta poco". Tra l'Under 17 della Nazionale Azzurra, la Primavera rossoblù e gli allenamenti guidati da Juric il tempo è davvero contato. A rimediare alle tante assenze ci pensa però il Club Italia, con professori e lezioni dedicate all'interno dei ritiri quando la selezione è in giro per l'Europa. "Anche perché lo studio è importante - a parlare sempre dall'istituto Gobetti è la collega di Angelo Rita - e poi nel calcio non è facile sfondare. Per questo a Pietro ho sempre detto di studiare: abbiamo anche scommesso una pizza sul fatto che sarebbe arrivato a giocare in Serie A, ha vinto lui, toccherà pagargliela".

Chi invece non aveva dubbi sul fatto che ce l'avrebbe fatta è Lorenzo, da due anni suo compagno di classe nella 2ªC. "Perché oltre alla bravura in campo ha dimostrato sempre grande umiltà - non capita tutti i giorni di avere in classe un compagno che al pomeriggio deve fare i conti con Capitan Burdisso, il pericolo di montarsi la testa è dietro l'angolo - ma lui è rimasto lo stesso". Introverso, testa e gambe solo al lavoro a Pegli, 'casinista' a scuola. "Siamo stati compagni di banco per un po', ci hanno separati. Parlavamo troppo. - di calcio, ovviamente - E di cosa sennò? Di Pavoletti e Veloso, che gli piacciono molto. Del bel gruppo che ha trovato al Signorini, poi della soddisfazione (con post sul profilo personale di Facebook) nel leggere che a qualcuno ricordasse Fernando Torres. Consigli sulle esultanze? Ha già la sua, bacia il polso dove ha impresse le date di nascita di sua mamma e di suo papà". Del quale Pellegri porta l'anno di nascita sulla schiena, maglia numero 64. Quella scesa in campo all'Olimpico di Torino, al minuto ottantotto di Torino-Genoa. Per un nuovo appuntamento con la storia, rigorosamente a tinte rossoblù, con tanto di complimenti e foto col presidente Preziosi.

Partita dopo partita, però, sempre più occhi delle big hanno finito (da tempo) per fermarsi sul baby fenomeno della Cantera del Grifone. "Non si vede tutti i giorni un sotto leva in Primavera e in Nazionale. - a parlare a Gianlucadimarzio.com è di nuovo Sbravati - Ma la volontà è quella di continuare a farlo crescere con noi. Ha ampi margini di miglioramento e credo che Stellini e Juric possano continuare ancora il buon lavoro fatto fino ad oggi". 'Famoso' ormai il no allo United per amore del Grifone dopo la 'Manchester United Premier Cup'. Da realizzare, poi, c'è un altro sogno del papà-tifoso Marco. "L'esordio a Marassi, con la maglia del Genoa". È arrivato a Torino, accompagnato da un record. Da custodire gelosamente nel cassetto dei ricordi, e dal quale ripartire. Perché la storia di Pietro è ancora tutta da scrivere.



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