“Secondo te, Toninho Cerezo cosa fa a Capodanno? Secondo me dorme, perché è un professionista”. Luca Covelli, sulla serietà del 'tappetaro giallorosso', non nutriva il minimo dubbio. Al contrario della fidanzata Serenella.
Non ci scorderemo mai del dialogo tra uno dei personaggi più celebri personaggi dell’ancor più celebre Vacanze di Natale che resero Carlo (ed Enrico) Vanzina cantastorie sublime di quell’essere italiani (e tifosi) ogni giorno dell’anno.
Se n’è andato questa notte nella sua amata Roma il più giovane dei due registi; quello più riservato, più lontano dagli eccessi portati sullo schermo e fermati come eterne istantanee del nostro tempo e del ventennio precedente. Quello meno tifoso (sempre della Roma si intende!), ma che insieme al fratello ha costruito personaggi memorabili a metà tra il tifo estremo e una bizzarra comicità.
Nei loro film hanno reso lo sfottò una regola del tifo e proverbiali le definizioni degli avversari. Hanno fatto mettere a Diego Abatantuono Shevchenko in porta (“Da dove vieni? Ucraina? Bene! Grande tradizione di portieri: Yashin, Krakovsky. Tu mi da sicurezza tra i pali”) e Gattuso in cucina perché senza grinta (“Tu devi uscire i contributi, Hai pagato i contributi? Ecco allora vai a aiutà Pastacurta in cucina”) Eccezziunale Veramente 2. Hanno messo in scena uno Juventus - Roma sette contro sette nella Valle della morte tra un gruppo di ultras giallorossi e bianconeri arbitrati dal laziale De Sica (“Sono della Lazio, imparzialissimo: vi odio tutte e due! Palla al centro!") in Vacanze in America e hanno trasformato la Serie A in una giustificazione valida per un appuntamento mancato (“Avevi promesso di venire a trovarmi a Genova”-“E’ che non avevo controllato il calendario: Roma-Sampdoria si gioca il 3 marzo…").
Queste e tantissime altre gag hanno fatto ridere generazioni intere, messe a nudo in modo scanzonato, ironico e leggero e che ascoltando il copione tra Luca e Serenella, chiederebbero a Carlo Vanzina di scriverne altri e altri ancora, destinati a diventare famosi come quello pronunciato in cattedra dal Ras della Fossa:
"Allora, oggi vi leggerò quacche brano tratto da "i' Vangelo secondo Me". Era la prima domenica de i' ggirone di ritorno dell'anno di grazia millenuvecient' sessantadue. Sullo stadio di San Sir' il cielo da sereno di colpo, per incanto, si scurò. Tutti i nuvolon' ner' hann' accuminciat' a scuntrarse, e buttavano saette, lambi, strill', un burdello tremendo dentro il celo, di colpo, dalle nubi squarciat' come da due potenti mani spunta il crapino di Dio – un bell'uomo, sui quarant'anni – che punta il suo indice tremendo su i' ccampo di San Siro e dice: “Gianni Rivera, ciapp’ questo pallone, un Tango, e vai in giro per il mondo a insegnare il giuoco del calcio!”.
Eccezziunale, Carlo. Veramente!