Una partita dai sentimenti travolgenti. Contrastanti. Perché se ti chiami Dani Alves e torni a giocare al Camp Nou non può che essere così. 8 anni in blaugrana non si dimenticano nonostante quel “mi hanno spinto un po’ fuori dalla porta”. Questione di emozioni. Dalla gioia per il passaggio del turno all’abbraccio a Neymar in lacrime. Partendo dal tripudio dei giornalisti di casa alla conferenza stampa pre partita. "Dani?!". Quasi non ci credevano. Mix di nostalgia e simpatia. Tutto in meno di 24 ore. “Di sicuro resterò sempre tifoso del Barcellona, ma in partita lascerò nel mio cuore ogni tipo di emozione”. “… e la Juve passa al 60%”.
Poi il bacio allo scudetto del Barça stampato proprio a bordo campo all'interno del Camp Nou durante il sopralluogo del terreno di gioco.
Fino ai saluti prolungati ai componenti della panchina di casa appena prima del fischio d’inizio. “Scusa Dani ma bisogna iniziare” sembrava quasi affermare Kuipers, dispiaciuto.
Come se stesse interrompendo una riunione tra amici che da lì a poco si sarebbe trasformata in battaglia. Da vincere non con la camiseta balugrana ma con quella bianconera. Sudata e onorata. Ma soprattutto trascinata in semifinale. Altro partidazo di Dani Alves dopo la prova monstre dell’andata. A Torino vinse il 100% dei contrasti e dei duelli aerei, col 93% di precisione dei passaggi; oggi si è “limitato” a fare il suo, ma a farlo bene. Indemoniato su e giù per quella fascia a tampinare Neymar fino al 93’. Le critiche di inizio stagione sono ormai lontane anni luce. Dimostrandosi addirittura uno dei giocatori più decisivi di questa Champions con 21 chances create. Niente male per un terzino destro. Campione non solo dentro ma anche fuori dal campo. L’abbraccio con Neymar in lacrime al triplice fischio la testimonianza più vera. Una foto che ha già fatto il giro del mondo. Il primo a consolare l’amico fraterno in difficoltà tralasciando per un attimo la gioia di una semifinale conquistata. “Ho una sensazione agrodolce perché in questo momento ho dei grandi amici che sono tristi”.
Dani Alves in tutte le sue sfaccettature. Proprio lì, in quello stadio dove ha vinto tutto diventando idolo indiscusso. Anche stasera. Nessuno si è dimenticato di lui; tantomeno lui di loro. “I catalani sono persone speciali e qui mi sento a casa”. Ora però è tempo dei festeggiamenti con la sua Juve. Più che meritati, dopo aver messo da parte i propri sentimenti per tutti i 90’ di una partita unica. Per tutti i bianconeri ma soprattutto per lui. Perchè se ti chiami Dani Alves e ti qualifichi per le semifinali di Champions League al Camp Nou contro il Barça, difficilmente dimenticherai questa serata.