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Data: 28/03/2016 -

"Dai, facciamo entrare quel ragazzino". 23 anni fa l'esordio in A di Totti: il giovane che sfidava i big, diventato leggenda

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28 marzo 1993, 28 marzo 2016. Ventitrè anni fa Francesco Totti esordiva in Serie A con quella maglia che non ha più smesso di indossare. Una parentesi lunga, scandita da gol, record, trofei e un amore senza misura tra lui e una tifoseria che ricambia questo sentimento. Ottavo Re di Roma, Pupone, il 10, il capitano: in due parole Francesco Totti. "Era giovane ma si vedeva che poteva essere un campione - il ricordo di Fabio Petruzzi ai nostri microfoni - con grande personalità, da veterano, da giocatore già fatto. Doveva aspettare il momento giusto per l'esordio ma sembrava che nella testa aveva 200 partite in Serie A. E poi si è vista la carriera che ha fatto. Anno dopo anno è sempre migliorato ed è diventato lo straordinario giocatore che è, secondo me, tra i primi 5 di sempre". Lasciava i compagni sbalorditi in allenamento: "Tutti rimanevamo con gli occhi sbarrati per le giocate che faceva - ha proseguito Petruzzi a GianlucaDiMarzio.com -. Ebbe un problema al ginocchio, si operò al menisco quando era in Primavera, ma quando prendeva palla faceva sempre qualcosa di particolare. Sapevamo che era giovane ma dentro di lui aveva qualcosa di speciale". In quel Brescia-Roma sostituì Ruggiero Rizzitelli ed anche lui ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com ha parlato di un Totti da subito con colpi fuori dal comune: "Durante gli allenamenti c'erano molti ragazzi bravi dalla Primavera, il settore giovanile della Roma ne ha sfornati sempre tanti, e Francesco era un talento e si vedeva. In allenamento allora c'era quel 'nonnismo' e quando i giovani arrivavano li facevano correre, stancare e molti avevano 'paura' dei vecchietti, dei big dello spogliatoio. Francesco invece no: ci dribblava, faceva i tunnel, aveva personalità insomma. 'Questo c'ha gli attributi', dicevamo". Rinnovo o no? E' questo il dilemma, ma lo spettro dei suoi scarpini appesi al chiodo non svanisce: "Ha preso per mano la Roma da quando era bambino, e anzi ha vinto poco, meritava di vincere più - ha proseguito Petruzzi -. Se 6 anni fa avesse preso la strada non dell'amore, non del sentimento, ma quella di andare altrove oggi avrebbe minimo un pallone d'oro. Quando lascerà, alla Roma mancherà un giocatore straordinario che ha fatto entusiasmare per più di 300 volte i suoi tifosi, se solo si contano i gol con questa maglia". "A Roma siamo unici nel destabilizzare l'ambiente - ha detto Rizzitelli in merito alla questione rinnovo -. E' un giocatore straordinario: lo è stato, lo è e lo sarà sempre. Non si può cancellare una storia come Totti". Certo è che se chiudesse la carriera con un titolo, sarebbe il miglior saluto al calcio giocato: "Chi ama Totti e la Roma si augura che rimanga un altro anno e chiuda la carriera con un trofeo, per chiudere in bellezza insomma. E poi che giochi tanto, poco o niente a lui non penso interessi granchè...". Intanto la Roma giallorossa festeggia questo anniversario di una storia d'amore che durerà anche lontano dal rettangolo verde.


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