"Parlez-vous italien?". "No, je suis désolé". Meglio imparare però, perché Milan Bisevac è a un passo dal trasferimento in Italia. Quasi fatta con la Lazio, ci siamo quasi. Biglietto in mano, vocabolario in valigia. Messaggio all'amico Basta sul cellulare: “Ehi Dusan, sto arrivando…”. Forse in italiano, chissà. Si deve pur iniziare, no?
Adieu Lione, bienvenue Italie. "Aò, pare Biava...". E' il commento a caldo dei tifosi. In effetti la somiglianza c'è, anche stesso ruolo. Ma Bisevac è altro. Cuore d'oro prima di tutto: qualche tempo fa un suo connazionale si ammalò di tumore, Milan stanziò 10.000 euro per pagargli le cure. Bellissimo gesto.
Rinforzo in difesa dicevamo, sostituto dell’infortunato de Vrij. Già, gli infortuni. Tallone d’Achille per Bisevac: ben 4 nel 2015. Out da febbraio a giugno per la rottura del collaterale, soltanto 15 presenze stagionali e tristezza infinita guardando gli altri giocare. Poi il recupero, in silenzio, pensando alla famiglia: "I miei figli mi hanno detto di rialzarmi, io l'ho fatto".
Due anni fa, però, gran stagione accanto ad Umtiti (42 partite). “Tu, ragazzo, segui me e andrai bene”. Milan gli fa chioccia, oggi il ragazzino guida la difesa accanto a Yanga Mbiwa. E Bisevac? Altro infortunio a dicembre, stavolta alla schiena. Pochissimo spazio e voglia di andar via. Col contratto in scadenza a giugno la Lazio fiuta l’affare. Acquisto mirato. Arcigno, destro, forte fisicamente, tanta personalità. Un leader. Bravo nei colpi di testa e in marcatura, un po’ meno coi piedi. Soprannome? Lo chiamano il guerriero.
32 anni, non pochi. Ma l’esperienza c’è (anche europea, 39 gettoni tra Champions ed Europa League). Ah, 19 presenze con la Nazionale serba poi. E infine, da giovane, un Europeo U21 perso in finale contro l’Italia. Quando si dice il destino, vero? Di fronte Gila, De Rossi e Barzagli. In campo, accanto a lui, Krasic e Bosko Jankovic.
Col primo nato e cresciuto a Kosovska Mitrovica, la sua città (nonché di Behrami e Lazetic, due ex Lazio). Altre curiosità? Inizia nel Milicionar Belgrado, poi passa alla Stella Rossa. Vince due titoli, lega con Basta e assiste all’ascesa di Filip Djordjevic.
Poi la Francia: Lens (insieme al romanista Keita), Valenciennes (titolarissimo, più di 100 presenze in 3 anni), Psg e infine Lione. Bene la prima stagione con Garde, poi il declino. Oggi l'occasione giusta per voltare pagina. Vocabolario in valigia, il riscatto dietro l’angolo. Basta infortuni. Stavolta per davvero. Lazio, arriva Bisevac.