Dal tetto del mondo alla Cina, sempre con la stessa parola d'ordine: vittoria. Di giri Marcello Lippi nella sua carriera ne ha fatti eccome, inseguendo quel pallone che rotola su un prato verde. Lo ha fatto prima da giocatore, da bandiera della Samp. Poi con la giacca e la camicia invece delle scarpette. Su quella panchina da cui ha guidato spesso i suoi ragazzi al trionfo. Lo ha fatto con la Juventus e con la Nazionale. Si è ripetuto a migliaia di chilometri di distanza con il Guangzhou Evergrande. Ci ha provato anche con la Nazionale cinese, ma l'impresa di qualificarsi per il Mondiale russo non gli è riuscita. Anni di battaglie e vittorie. Oggi, di anni, ne compie 70, ma non è ancora stanco. A festeggiarlo a Dubai c'è tutta la sua famiglia, con il figlio Davide in prima linea. Domenica parteciperà inoltre ad un evento con Pelè e Maradona. Con le due leggende per eccellenza, i giocatori che da sempre dividono il mondo su chi sia stato il più forte di tutti i tempi. Campioni di intere generazioni, che non nascono tutti i giorni. Casi unici e rari, un po’ come lo è Lippi per la panchina. Con quei capelli bianchi a dimostrare che il tempo passa inesorabile, con quei trofei che rimangono scolpiti in modo indelebile nel suo palmares. Lui che da bambino sognava di fare il cardiochirurgo. Lui che ha saputo battere l'amarezza per calciopoli con l'entusiasmo di un trionfo. Lui che da ragazzo simpatizzava per il Milan ma che poi ha allenato Juve e Inter. Da Viareggio alla conquista del mondo, dall'Italia alla Cina. Storia di un allenatore girovago, anche a 70 anni. Storia di...Marcello Lippi
Data: 12/04/2018 -