Lo hanno inseguito, sondato, provato a portare a Napoli. Pedina dell'affare mancato era Manolo Gabbiadini, carta che sarebbe potuta essere vincente per vedere Nikola Kalinic al Napoli. Sogno di mezza estate, anzi, di tarda estate. Oltre a Milik, Kalinic. Due centravanti veri, non esattamente cannonieri ma funzionali al gioco di Sarri. Corsa, grinta, sponde e capacità di giocare coi compagni, insieme in rosa a contendersi la maglia che l'anno scorso aveva un solo padrone: Higuain.
Prenderne due per sostituirne uno, quei 90 milioni dalla Juventus da reinvestire. Arek preso, Nikola...no. Sogno o poco più mai realizzato, ora da affrontare in un freddo giovedì d'inverno. Kalinic-Napoli, ci risiamo, stavolta non si parla di mercato, ma di campo. Il Franchi per affrontarsi, dopo la voglia estiva di portarlo al San Paolo. Maturo al punto giusto, a ventotto anni dopo un solo anno alla Fiorentina, c'era la voglia di regalarlo ai tifosi del Napoli.
Ma la storia è andata diversamente: Gabbiadini è rimasto a Napoli ma non si è imposto come titolare e Kalinic è ancora a Firenze; Milik si è infortunato e in tutto questo a gongolare è Dries Mertens. Nuovo ruolo, doppia cifra già raggiunta. Dieci in A, come il Pipita alla Juventus. Per la gioia di Sarri e De Laurentiis, che volevano Kalinic e hanno trovato in Mertens un vero 'nueve', altro che falso. Sette gol nelle ultime due, tris al Cagliari e poker al Torino. Niente carte, si parla di calcio.
E giovedì la partita da circolino rosso è senz'altro Fiorentina-Napoli, nonostante il momento viola non sia esaltante. Quello azzurro, invece, punta dritto verso l'alto. Senza Kalinic, desiderato, sognato e inseguito ma non arrivato. Otto gol fino ad ora, gli ultimi due al Sassuolo al Franchi. Dove giovedì arrivano il Napoli e Sarri, Kalinic li aspetta.
