Palla a centrocampo, arbitro col fischietto in bocca. Calcio d'inizio: "Speriamo di là non ci sia Samuel...". Chissà quante volte schiere di attaccanti avranno pensato più o meno questo. Sì, perchè non importava chi si avvicinasse per la prima volta alla 'sua' area, per chiunque ecco arrivare puntuale la sentenza. 'Sbam', colpo secco, anche dopo soli pochi secondi di gioco. Così, tanto per far capire chi comandava in quella zona. "Qui non si passa", parola di Walter Samuel. Chiaro chi? 'The Wall', il muro.
Assonanza con il nome sì, ma difficilmente nel mondo del calcio un soprannome è stato più azzeccato. Perchè Samuel è stato proprio questo, un vero 'Wall', muro invalicabile. Sempre e comunque. Dal Boca Juniors alla Roma, fino all'Albiceleste e all'Inter, la sua storia più bella. Quella che era ricominciata, nelle vesti di collaboratore tecnico. Ora come vice allenatore al Lugano. Crepe? Quasi nessuna, anche se forse a Madrid sponda Real non saranno troppo d'accordo. Impossibile da buttar giù, nemmeno i gravi infortuni alle ginocchia sono stati in grado di farlo vacillare. Incubo per gli avversari, sicurezza per i compagni. Decisivo sempre, leader per natura. Campione imperturbabile. Esempio da seguire. Occhi di ghiaccio ad impaurire chi pensava di poterlo superare, carisma da comandante al centro della difesa, Samuel ha assunto il ruolo di pedina fondamentale in ogni formazione in cui è stato schierato. Da giovane promessa è diventato protagonista assoluto nell'anno dello storico scudetto della Roma di Capello, con l'Inter di Mancini si è rilanciato ai massimi livelli dopo l'annata Real, con quella di Mourinho è diventato leggenda.
Eroe. Non solo difensore centrale, ma anche centravanti, come in occasione di Inter-Siena 4-3. Poi le sfide (vinte) con Drogba, Ibrahimovic, Messi. Il cuore nel 3-1 di San Siro contro il Barcellona e la grinta nella notte del Camp Nou. Infine la gioia, con quella Champions League tanto inseguita e finalmente conquistata nel 2010. Triplete e lacrime. Sì, perchè anche i muri possono emozionarsi. E' accaduto anche il giorno del ritiro, con addosso la maglia del Basilea e tutt'attorno uno stadio in piedi ad applaudire. Potrà accadere anche oggi, nel giorno del suo compleanno, a causa delle manifestazioni d'affetto di famigliari e tifosi. Ma, anche a 40 anni, una sola sicurezza: il muro non cadrà mai. Tanti auguri, 'The Wall'.