"Da piccolo mi rifiutarono una decina di squadre". Ora Griezmann segna...
Close menu
Chiudi
Logo gdm
Logo gdm
logo
Ciao! Disabilita l'adblock per poter navigare correttamente e seguire tutte le novità di Gianluca Di Marzio
logo
Chiudi

Data: 04/05/2016 -

"Da piccolo mi rifiutarono una decina di squadre". Ora Griezmann segna e non si ferma più! Ecco la sua storia

profile picture
profile picture

Piccolino, basso e magretto. “Meglio che tu faccia un’esperienza in una squadretta di periferia, prima. Poi vedremo” gli era stato detto. Dopo averlo sedotto, il Lione lo rifiuta. E quel treno dei desideri scorre veloce, troppo, davanti ai suoi occhi. Antoine lo perde. Delusione? Bruciante, comprensibile. Soprattutto perché quella è sempre stata la squadra dei suoi sogni “Andavo spesso al Gerland, con la maglia di Sony Anderson” ha dichiarato Griezmann poi. 

Quel ragazzino tredicenne ha continuato a giocare, e incantare. Con la stessa passione. Si divertiva come un matto. Velocità, rapidità e giocate spettacolari. Antoine strabilia, tutti. Anche Eric Olhats, osservatore della Real Sociedad. Che lo vede con la palla tra i piedi in un torneo a Parigi e se ne innamora a prima vista. Olhats non ci pensa nemmeno un secondo “Troppo basso? Non scherziamo” si sarà detto tra sé e sé. E lo porta a San Sebastian. Città di surfisti e tapas; romantica nell’aspetto, più francese che spagnola, anche nella lingua. Adattamento rapido, Griezmann trascorre i suoi primi mesi in casa del suo talent scout, nel paese basco francese. Su e giù, ogni giorno, per allenarsi con i nuovi compagni a Zubieta. Fino a quell'occasione, nata un po’ per caso.

Nell’estate del 2009 infatti, l’allenatore della Prima squadra Martin Lasarte aveva chiesto alcuni ragazzini delle giovanili per completare la rosa. Soprattutto per le partitelle a fine allenamento. L’eletto, Erdozia, si era appena infortunato. Ecco quel biondino appena diciottenne. Antoine Griezmann. Che afferra quel treno, e non lo molla più. In ritiro, 5 reti. Durante la stagione 6, in 40 partite. Ma soprattutto una promozione in Liga quasi storica. Il “piccolino” prende il volo e si conquista la Real. 202 presenze (quarto nella storia del club) e 53 perle. Tantissime, molto belle. Con qualche esultanza curiosa, come QUESTA contro il Deportivo. Idolo in Spagna, discolo in patria. Sospeso per un anno dalla Federazione francese per una serata in un night in compagnia tra gli altri di M’Vila e Mbaye Niang. Una bravata, più ripetuta. “Ho imparato molto da quello, credo che la sanzione mi sia servita, ora sono un’altra persona, altro giocatore” ha specificato Antoine poco prima del debutto in Nazionale maggiore. Tutto vero.

Ora quel ragazzino - il quinto giocatore francese a vestire il rojiblanco, il secondo acquisto più caro nella storia del club (30 milioni, dopo Falcao 40) - non è maturo, di più! Padre premuroso, attaccante decisivo che segna quando deve. E anche non, per la gioia dell'Atletico. Il Cholo lo ha trasformato, migliorato sia fisicamente ma anche tatticamente. Rendimento che parla da sé: 25 reti in 53 partite nel suo primo anno a Madrid, ben 31 gol totali in 51 partite quest'anno. Contro il Bayern forse il suo più importante: freddo, glaciale, killer. Neuer battuto e Atletico in finale di Champions. Griezmann, nanetto a chi? Semmai piccolo diavolo... rojiblanco. 

Griezmann in pillole da "El Larguero". 

  • "Sono stato rifiutato da una decina di squadre quando ero agli inizi. Ok, dicevano fossi basso per non dire scarso, ma era sempre la stessa scusa". 
  • "Con Varane e Benzema come va? Ci scriviamo qualche volta, qui a Madrid. In Nazionale stiamo sempre insieme. Ma quando scendi in campo queste cose non influiscono, ognuno deve dare e fare il meglio. Nel derby di Madrid dell'andata, Varane quasi mi spedisce in tribuna. Non ci sono amici in campo"
  • “Zidane lo conosco poco. Quando lui giocava nel Real io ero nella cantera della Real Sociedad e gli chiesi il suo pantaloncino. Mi disse di sì, di seguirlo fino al tunnel: e lì me lo diede".
  • "Mi sono sempre ispirato a Beckham: lui portava sempre le maniche larghe. A me faceva impazzire come cosa".
  • "Non mi sento un attaccante egoista. Lo sono con la mia ragazza! Che mi dice 'andiamo al cinema' oppure 'a cena' ed io le dico di no perché sono stanco".
  • "L'NBA mi fa impazzire. Sono dei Bulls per via di Derrick Rose: è grazie a lui che mi sono appassionato all'NBA. Quest'anno ho anche conosciuto Pau Gasol".


Newsletter

Collegati alla nostra newsletter per ricevere sempre tutte le ultime novità!