‘I love my family’, in questo caso qualcosa in più di un semplice stato su WhatsApp. Sentimento profondo, sincero. “Mia moglie ed i miei figli mi hanno cambiato la vita, grazie a loro oggi sono diverso. Sono sempre stato un passionale e questo lato del mio carattere mi ha portato da giovane a commettere qualche errore: adesso, invece, grazie alla mia famiglia sono sereno. Ho tutto, non mi manca niente: adesso sto andando a prendere i miei figli all’uscita di scuola, poi mi fermerò un po’ con loro al parco giochi. Cosa c’è al mondo di più bello?”. Piacere, Rea. Messina, primi giorni di novembre, o almeno così dice il calendario. “Ancora sono a maniche corte! Pensa che abitando vicino al mare ne approfitto spesso per fare un tuffo anche dopo le gare”.
L’ultima mercoledì, contro il Catania in Coppa Italia. Successo per 2-0. “Il vento sta cambiando, che gioia vedere i tifosi felici a fine gara”, firmato Angelo Rea. Il nuovo Angelo Rea, versione 2.0. “Qualche anno fa grazie ad alcuni miei compagni mi sono avvicinato molto alla fede, la lettura della Bibbia mi dà serenità e tranquillità”. In campo, però, altra storia. “L’adrenalina della gara a volte gioca brutti scherzi, ma dopo cinque minuti passa tutto”, racconta in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com il difensore del Messina. Già, Messina, la Sicilia. Ritorno al passato. “Quando ho saputo del loro interesse non ho più ascoltato nessun’altra offerta, pensa che ho anche litigato con il mio agente che aveva già raggiunto l’intesa con altri club. Questa città e questa squadra mi hanno regalato la gioia di giocare in Serie A (stagione 2006/2007, ndr) e io non dimentico: ho marcato Ibrahimovic, Kakà, Di Natale… un sogno! Tornando qui sapevo che non sarebbe stato come qualche anno fa, ma ho un senso di riconoscenza infinito per l’ambiente giallorosso e voglio concludere qui la mia carriera”.
31 agosto, ultimo giorno di calciomercato. Quando intorno alle 20 il presidente Stracuzzi lascia lo StarHotels per imbarcarsi sul volo che lo riporterà a casa, non sa ancora se Angelo Rea sarà o meno un difensore del Messina. “Io l’accordo lo avevo raggiunto già in mattinata, poi però sono sorti dei problemi con l’Avellino: alla fine ho rinunciato a due mensilità, pensa che il mio contratto con il Messina è stato depositato proprio negli ultimissimi minuti prima della chiusura delle liste”. Storie di mercato. Poi il campo e son… dolori: “Pochissimi giorni dopo il mio arrivo c’era il derby con la Reggina, tre minuti di gioco e mi faccio male alla spalla. Inizialmente si pensava ad uno stop di tre mesi, poi fortunatamente non ho avuto bisogno dell’intervento chirurgico”.
E al ritorno in campo, musica diversa: “Lucarelli è la persona giusta al momento giusto, ha lavorato moltissimo sulla nostra mente. Adesso abbiamo la consapevolezza di essere una buona squadra, il mister riesce a tirar fuori il 100% da ognuno di noi. Il gruppo si sta consolidando sempre più, gli ultimi risultati positivi aiutano”. E, sarà un caso, ma il primo successo in campionato dell’era Lucarelli porta proprio la firma di Rea. “E’ stata una grande gioia far gol davanti a mia moglie ed ai miei figli, pensa che è stata la mia prima rete in assoluto con la maglia del Messina”. Numero 19 sulla spalle, mica un caso. “Un mio amico, Mario, mi ha detto di prendere in ‘prestito’ il suo numero fortunato: da quel momento in poi gli infortuni si sono quasi azzerati. Scaramanzia sì, ma da buon napoletano…”. Con il cuore giallorosso. La Sicilia, Messina, la fede e la famiglia. Angelo Rea 2.0, versione definitiva.