Ottocento miglia, poco più di un chilometro e duecento metri, è la distanza che separava Trent Alexander-Arnold dal Liverpool. O meglio la distanza che doveva percorrere per arrivare da casa sua a Melwood, il centro di allenamento dei Reds. Perché lui il Liverpool l’ha avuto sempre dentro. Nato nel cuore del tifo Reds e da sempre tifoso del Liverpool. I pomeriggi trascorsi tra due passaggi al parco e cercare di intravedere tra le fessure delle recinzioni gli allenamenti del Liverpool. A otto anni l’occasione più grande, quella di vedere da vicino i giocatori della prima squadra. Lui che fino a quel momento, aspettava i suoi idoli al cancello di Melwood, in attesa di un autografo come ricordo, da mostrare il giorno dopo a scuola.
Dalla St Matthew’s direttamente all’Academy, fino alla prima squadra. Il debutto da titolare in Premier League addirittura all’Old Trafford contro il Manchester United: “Chiamai mia madre e scoppiò a piangere, ma mi disse di dare il massimo e giocare come sapevo fare”. Emozioni racchiuse in pochi secondi, che riassumono i sacrifici di una vita. In Europa invece si è fatto conoscere con la sua specialità. Punizione dal limite dell’area e destro a giro che regala la vittoria in Champions League al Liverpool contro l’Hoffenheim nei preliminari.
I suoi idoli? Tanti, ma tutti di quel magico Liverpool che nella notte di Istanbul del 2005, riuscì in rimonta a vincere la Champions League contro il Milan. Tra i poster nella sua camera, il primo fu quello di Owen, per il suo modo unico di segnare e regala gioie ai tifosi Reds, ma poi sostituito da un altro figlio della Kop: Steven Gerrard. Non hanno mai giocato insieme i due, ma l’ex numero 8 del Liverpool ha lasciato alla sua biografia il testimone ad Alexander-Arnold: “Ha una formidabile possibilità di diventare un ottimo professionista. Sembra avere tutti gli attributi di cui hai bisogno. Trent è uno Scouser e, mentre io cercavo di essere John Barnes e Steve McMahon, lui è cresciuto fingendo di essere me nei parchi del Merseyside”. A due anni di distanza dall’ultima apparizione di Gerrard ad Anfield ecco un’altro prodotto dell’Academy Reds. L’obiettivo per il giovane inglese è però un altro, quello che neanche Gerrard, nella sua carriera piena di trofei, è riuscito a raggiungere: vincere la Premier League, che manca in bacheca dal 1990. Trent Alexander-Arnold non era ancora nato e troppo tempo ormai è passato.
Mentre ora altri ragazzi giocano per i parchi di Liverpool, spetterà al giovane di West Derby diventare l’idolo dei tifosi Reds, cercando di conquistare spazio tra i poster delle camere dei teenagers inglesi. Per ora solo qualche istantanea, pochi momenti, dal suo debutto al primo gol in Champions League. Alexander-Arnold ha solo 20 anni, ma è già una vita che indossa la maglia dei Reds.