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Data: 25/10/2016 -

Da Bogatić a Genova, passando per Belgrado, Verona e tappa sfiorata a Napoli: ecco Ninkovic, l'anti Milan di Juric

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Da Bogatić a Genova, passando per Belgrado, Verona e una tappa sfiorata a Napoli: eccolo Nikola Ninkovic, faccia da bravo ragazzo e talento indubbio nei piedi, gioiellino rossoblù verso la prima da titolare maglia del Genoa sulle spalle. Quasi nove mesi dopo l'arrivo in Italia, una sola presenza in sei mesi in gialloblù e tre partite da arma in più a gara in corso, oggi più che una tentazione per Ivan Juric a poche ore dalla sfida al Milan di Montella.

Eh già, perché l'anti Diavolo questa sera al Ferraris potrebbe davvero essere lui: classe 1994, serbo, nato sei giorni prima di Natale a Bogatić, cittadina di poco più di trentamila abitanti nel distretto di Mačva nel nord-ovest della Serbia centrale, una 'vita' nel caos degli oltre un milione di cittadini di Belgrado. Quindici gli anni tra settore giovanile e prima squadra in quel Partizan dove 'Ninko' brucia le tappe: esordio (a luglio 2011) nel turno preliminare di Champions a diciott'anni da compiere, tra un quiz e l'altro per la patente arriva quello in campionato (vinto) con il Rad.

Con l'inizio della nuova stagione arriva anche la prima rete (agosto 2012) nel 7-0 al BSK Borča, squadra 'nel destino' contro la quale due mesi dopo 'Ninko' diventa il più giovane calciatore ad avere mai indossato la fascia da capitano del Partizan. Record che apparteneva niente di meno che ad un certo Stevan Jovetic, altro grande talento Made in Serbia, partito anche lui (come Adem Ljajic) dal vivaio Partizan e del quale in patria Ninkovic è stato ribattezzato come erede.

Centoventuno presenze, diciassette reti e tre campionati vinti dopo, ecco la Serie A che a gennaio 2016 bussa alla porta. A mettersi sulle tracce del centrocampista (in scadenza a giugno 2106) è il Napoli di Sarri, vicinissimo a portarlo all'ombra del Vesuvio in sinergia col Chievo Verona. A bruciare la concorrenza nelle ultime ore di mercato però è il Genoa di Enrico Preziosi: quattro anni di contratto al giocatore, e prestito al Chievo sino a fine stagione per il talentino serbo inserito nel 2014 nella lista dei migliori giovani nati dopo il 1993 stilata da Don Balón.

Tra una condizione da recuperare e qualche lezione d'italiano saltata di troppo, a Verona pero le cose non vanno come sperato: una sola presenza per il trequartista nei mesi all'ombra dell'Arena, il resto è storia recente. Il nuovo Genoa di Juric che parte per il ritiro di Neustift, lui che infortunato resta a Pegli. La presentazione a inizio settembre, la numero 99 scelta per l'esperienza col Grifone. Le settimane da oggetto misterioso al Signorini, fino al "Sta crescendo, si è messo a lavorare bene" di Juric alla vigilia col Bologna: ventitré i minuti all'esordio in Serie A e prima 'magia' per presentarsi a suo modo al nuovo campionato: palla d'esterno per Laxalt a dare il via all'azione del gol da tre punti di Giovanni Simeone.

Il biglietto da visita è di quelli vincenti: "Ninko ha lavorato come non aveva mai fatto prima in vita sua e ha tirato fuori l’orgoglio - ancora Juric questa volta post Bologna - il suo ingresso in campo è stato fondamentale". Bastone e carota il metodo adottato da Juric per far crescere il giovane talentino, prima di bacchettarlo ancora: "Sono arrabbiato con lui, dopo sei mesi in Italia non ha ancora imparato l'italiano e questo non va bene". Problemi di lingua per Nikola Ninkovic detto Dzigi, quella italiana però, perché in campo dialogare con i compagni gli riesce benissimo. Guardare per credere, nove i minuti dell'esordio al Ferraris con l'Empoli in un ruolo (falso centravanti, lui che nasce trequartista ma che può giocare anche esterno) non suo e tre le occasioni da gol create in meno di dieci giri di lancetta.

L'impatto nel derby é storia recentissima, otto minuti al novantesimo quando Juric lo getta nella mischia al posto di Pandev per l'assalto finale: sessanta secondi e serve il pallone per la prima occasione di Pavoletti, azione insistita in tandem con Edenilson ed angolo per il Genoa. Sua l'ultima brivido della partita, ma Puggioni intento a scrivere il lieto fine della sua personalissima favola gli dice di no. Si arriva ad oggi, anzi a ieri: "Ninkovic? Quando entra in campo lo fa bene, ma a suo modo, la qualità c'è. - l'allenatore in conferenza - Dall'inizio, quando ci sono ritmi più alti, non lo so come può andare, sono curioso anche io" lo Juric pensiero della vigilia. Curiosità, tentazione, col passare delle ore diventata qualcosa di più: l'anti Diavolo questa sera potrebbe davvero essere lui, il serbo dal talento indiscutibile e la testa un po’ calda.

Più di una le 'azzuffate' in campo in passato, quella contro l’Inghilterra U21 gli valse una lunga squalifica dalla Federazione. Dopo settimane di lunghi allenamenti di fisico e mente però, Dzigi è cresciuto e ora è pronto ad un ruolo da protagonista: riflettori di Marassi accesi, occhi tutti puntati addosso. Sull'ennesimo talentino in arrivo dalla Serbia, quello sul quale un tempi non sospetti aveva puntato anche un certo Jo Jo: "A chi consiglierei l’Italia? Per il futuro, segnatevi i nomi di due ragazzi del Partizan: la mezza punta Ninkovic e il centravanti Scepovic" la profezia di Stevan Jovetic. Scepovic, attaccante del Getafe classe '90, l'Italia l'ha solo sfiorata (anche a lui a Genova, sponda Sampdoria per soli sei mesi nel 2010). Per 'Ninko', invece, l'avventura è appena cominciata, la storia è tutta da scrivere.



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