Largo a destra o sinistra, interno di centrocampo, regista e…goleador. All in one, Renato Sanches. Corre per due, si batte (e si sbatte) in ogni istante della partita e, in più, segna. Una storia particolare, un’infanzia complessa, vissuta a Musgueira, uno dei quartieri più poveri di Lisbona. Un’infanzia che, incredibilmente, per lo stato del Portogallo non esiste fino al 22 agosto 2002, quando il piccolo Renato fu ufficialmente registrato all’anagrafe portoghese.
Ebbene sì, con cinque anni e quattro giorni di ritardo rispetto alla sua nascita, Renato Sanches fu registrato all’anagrafe di Amadora per volere del padre, che, tornato dalla Francia dopo quasi cinque anni, volle battezzare il bambino. Che, quattro anni dopo, a nove anni, venne pagato 750 euro. Per altri, 25 palloni. Dall’Aguias Musgueira al Benfica, un salto incredibile con la prima squadra nel mirino. Trovata, conquistata e mantenuta in questa stagione, così come la Nazionale. Dall’Under 19 a quella maggiore, a marzo 2016, salto doppio, stavolta, mai successo nella storia. Altro giro, altro record: a maggio lo compra il Bayern Monaco del futuro allenatore Carlo Ancelotti, strappandolo al Manchester United e non solo. Ad un prezzo che con quei 750 euro (o i 25 palloni) non ha niente a che vedere: 35+45, milioni però. Ottanta complessivi, cifre monstre per un talento vero e purissimo.
Al punto che lo stesso Ancelotti, dopo gli ottavi di finale di Euro 2016, lo incorona a “Miglior giocatore dell’Europeo”. Più giovane esordiente della storia del Portogallo ad una fase finale europea, e col gol di stasera, terzo marcatore per età negli Europei, dopo Johan Vonlanthen e Wayne Rooney, con lo svizzero che aveva rubato il record all’inglese a Euro 2004 (quando Sanches aveva quasi sette anni): guarda un po’, in Portogallo. Patria di talenti quali Eusebio, Figo, Rui Costa, il suo capitano Cristiano Ronaldo, e tra i quali (lo sperano al Bayern) potrebbe essere aggiunto proprio Renato Sanches.
Che cita Bob Marley (“Non sai mai quanto sei forte fino a che essere forte è l’unica scelta che hai”), non sente la pressione (“Non so cosa sia”), viene paragonato un po’ a Davids e un po’ a Seedorf (sarà per i capelli?), e fa la storia del Portogallo. Tra gol e corse alle calcagna degli avversari, il ragazzo che fu pagato 750 euro è cresciuto. E bene, e può ancora migliorare. Ora la semifinale dell’Europeo, poi il Bayern Monaco. Con Ancelotti che, forse, ci aveva visto giusto. Se Renato Sanches non è il migliore dell’Europeo, poco ci manca.