Da piccolo? “Monello, molto monello! Una volta ho fatto starei miei genitori per cinque ore fermi in autostrada su una piazzola della Salerno-Reggio Calabria!”. Eccolo, Gianni Vrenna. In una lunga intervista rilasciata a Tuttosport, il presidente del Crotone ha ripercorso la propria vita, partendo proprio da quando era bambino: “Il calcio mi è sempre piaciuto ma non me l’ero mai sognato che un giorno sarei stato presidente del Crotone. Mio papà Luigi era un dirigente del Crotone, in un cassetto conservo alcune sue tessere degli Anni 70. Giocavo a pallone nelle giovanili del Crotone ma poi diventando più grande ho fatto altre scelte”. Oggi, dunque, imprenditore, presidente ma anche… genitore: “Il mestiere più difficile è quello del genitore. Si dice figli piccoli guai piccoli, figli grandi guai grandi. Ma sono fortunato. A capo di tutto c’è ovviamente mia moglie Patrizia. All’inizio mi ha fatto la guerra perché non voleva assolutamente che prendessi il Crotone sia per il tempo che avrebbe richiesto che per la mole d’investimento. Ora invece è diventata una grandissima tifosa anche se non capisce molto di calcio: adesso mi suggerisce anche chi mettere e chi togliere”.
Di Nicola, Vrenna parla così: “E’ una persona culturalmente avanti, molto intelligente. Sotto alcuni aspetti fa anche da psicologo. Sulla sua scommessa direi che ha avuto un momento di sana follia. Fare Crotone-Torino in bici è stata un’impresa e ha attirato tanta attenzione sulla nostra realtà”. Al sud, infatti, fare calcio non sempre facile: “C’è un problema generale nel Sud che parte dalla difficoltà di fare impresa. Qui mancano certe realtà industriali importanti che comunque catturano attenzione e servizi. Fare calcio al Sud è davvero difficile e in particolar modo a Crotone: è una città piccola, con un alto tasso di disoccupazione anche giovanile. Siamo pure tagliati fuori dall’aspetto della viabilità come la ferrovia e pure l’aeroporto ora è chiuso da un anno. E dire che abbiamo posti meravigliosi, un mare pulitissimo, una costa splendida, la montagna a due passi. Crotone dovrebbe vivere di turismo sei mesi all’ anno, ma così non si può”.
Dal mare… ai diritti tv e ‘problemi’ della Lega il passo è breve: “Sono da 25 anni che faccio calcio. Non si riesce a trovare la quadra per il presidente anche perché le grandi non accettano un certo tipo di ripartizione dei diritti tv. Purtroppo c’è troppo divario tra i club di prima fascia e gli altri a differenza di come avviene in altri campionati europei e questo è un peccato. In Italia non si potrà mai vedere un Leicester che vince lo scudetto”. Di sicuro, per ora, è quasi impossibile vedere un Crotone cinese: “Sicuramente non cederei la maggioranza. Un domani potrei anche stancarmi ma se dovessi fare una scelta prevarrebbe il cuore”.
Intanto, dopo la copertura dello stadio, è in arrivo anche il centro d’allenamento: “Sì, per fine mese dovremo allenarci a Crotone, basta lunghi spostamenti in settimana. Siamo orgogliosi di questa novità che potrà essere d’aiuto per la squadra”. Commento finale dedicato, ovviamente, alla salvezza. Il fioretto dello scorso anno? “Sì, ho fatto a piedi sino alla Madonna di Capo Colonna a cui sono molto devoto. Dodici km a piedi di cui un paio in salita”. Da bissare, in caso di nuova salvezza: “Lo rifaccio con doppia lunghezza: andata e ritorno”.