Miracoli sportivi, ormai un'abitudine per Davide Nicola. Il suo Crotone come il suo Torino versione 2005-2006, quello che dopo il fallimento fu capace di centrare la promozione in serie A al primo colpo.
"Sono passati dieci anni" - si legge nelle pagine di Tuttosport - "Ed ecco un altro miracolo, come amate dire voi giornalisti. Dalla promozione col Toro, dopo il fallimento del club e tutto il terremoto che ne è conseguito, alla storica salvezza del Crotone al suo primo anno in A, dopo essere stati aritmeticamente in B per 37 partite su 38. Proprio quella stagione pazzesca col Toro mi ha insegnato molte cose che mi sono tornate utili a Crotone. Per il mio Crotone la A era tutta nuova. A ogni livello. E vi assicuro che quando cominci ad avere 9 punti di distacco dalla quart’ultima, dopo un intero girone, può essere facile non crederci più. Perché 17 squadre sopra di te pesano da paura. Ma c’è un’enorme analogia tra quel Torino di 10 anni fa e il mio Crotone".
Il segreto di Nicola: "Per credere nell’impossibile, e renderlo possibile, deve esserci una chimica speciale. La chimica naturale, contagiosa, che nasce e si allarga in uno spogliatoio e nella società. Significa entusiasmo. Stare bene assieme. Non avere mai paura. Voler andare oltre i limiti. Io l’avevo già detto in estate, ai dirigenti: i primi mesi saranno sicuramente durissimi. Ma poi arriverà il momento in cui capiremo chi siamo, capiremo che ce la possiamo fare. E svolteremo, e voleremo. Ed è esattamente quello che è successo"
Allenare il Torino è uno degli obiettivi dell'allenatore piemontese: "Beh, allora diciamo il sogno dei sogni. Intanto auguro ogni bene a Mihajlovic per tanti anni: se lo merita. Io sono nato tifoso granata. Ero anche andato vicino a entrare nel vivaio, da ragazzino. Poi nel Toro ho giocato e segnato quel gol, 10 anni fa. Ma resto un professionista: tifo per tutte le squadre in cui vado. Sono umile, ma ho anche ambizioni molto elevate. Toro o non Toro, da professionista vorrei vedere fino a che livello posso arrivare, quale tipo di giocatori possono essere conquistati dalle mie idee. Vorrei cimentarmi a livelli sempre più elevati. Ma sono anche realista e sereno. In questi giorni si chiarirà il mio futuro dietro l’angolo".
Su Falcinelli e Ferrari: "Non mi stupisce che piacciano anche a grandi club. Falcinelli è un bel bomber, ha una grandissima disponibilità al sacrificio, mena, rientra, fa tutto e non solo i gol. In campo dà sempre l’anima. Vale da solo il prezzo del biglietto. Quanto a Ferrari: è un gran bel difensore, ma ha anche confidenza con il gol. E’ cresciuto tantissimo con me a Crotone. E’ forte fisicamente, gioca sempre sereno, marca con attenzione, legge in anticipo le cose. Possono far bene entrambi anche a grandi livelli, infatti".