E’ dovuto crescere in fretta Rolando Mandragora, in campo e fuori. Da Scampia alla Serie A, in una scalata che lo ha portato a diventare faro del Crotone, costretto a difendere con le unghie la permanenza in A. Due sfide di fuoco con Lazio e Napoli per c’entrare di nuovo la salvezza: “Non indico percentuali di riuscita, però dico solo che stiamo lavorando come matti per raggiungere l’obiettivo – Ha dichiarato Mandragora alla Gazzetta dello Sport – Alla nostra maniera: lavorando sodo, pensando a noi stessi”. Domenica allo Scida arriva una Lazio alla ricerca di punti Champions, di certo non una sfida semplice: “Come si batte? Non lo so, ma in campo metteremo ancora una volta cuore e sacrificio. L’effetto Scida, quello sì, inciderà. Spero diventi ancora una volta il valore aggiunto, il 12esimo uomo in campo. Dall’inizio ad oggi, nei momenti difficili e in quelli felici, i tifosi non ci hanno mai criticato: dobbiamo molto alla nostra gente. Domenica spero in una bolgia. I miei modelli? Ho avuto l’estate scorsa la fortuna di allenarmi con Pjanic, Khedira e Marchisio, prendo spunto da loro. Anche se sto cercando di creare un modello di gioco tutto mio”.
Un’esplosione, quella di Mandragora, graduale e culminata con l’arrivo in panchina di Zenga, capace di cucirgli addosso un ruolo perfetto per le sue caratteristiche: “Zenga mi ha valorizzato davanti alla difesa. Al centro vedere di più le dinamiche, leggere meglio le intenzioni altrui e rimanere lucido fino alla fine. Ringrazierò sempre Gasperini per l’opportunità che mi ha dato, in fondo continuo a giocare come lui mi chiedeva, seguendo ora le istruzioni di Zenga. Ritorno alla Juve? Valuteremo a fine campionato, di sicuro mi farò trovare pronto qualunque decisione la Juve prenderà sul mio conto. La nazionale maggiore? Il sogno lo coltivo anch’io, è un obiettivo da raggiungere anche attraverso l’Europeo Under 21 del prossimo anno in Italia”.