Niente creste né orecchini. Look tranquillo, senza eccessi. Philippe Coutinho è così: un antidivo fuori dal campo. O l’anti Neymar, se vogliamo creare un neologismo. Eppure lui e l’attaccante del PSG sono grandi amici, quasi fratelli. Fin dai tempi delle nazionali giovanili quando entrambi si ispiravano a Robinho sognando un giorno di giocare nel Real.
A Coutinho – o Philipinho, nomignolo con cui ancora oggi viene chiamato da papà Jose Carlos e mamma Esmeraldina – di apparire per qualcosa che vada al di là delle giocate però non è davvero mai interessato. La sua esistenza ha sempre ruotato attorno alla moglie Aina, compagna storica che conobbe appena 14enne dopo una partitella con gli amici nel quartiere popolare di Rocha a Rio De Janeiro, da dove entrambi provengono. Forse le giocate del ’92 del Barça, forse il suo sorriso o più probabilmente entrambe le cose fecero innamorare la ragazza con cui da quel momento ha condiviso ogni avventura. Una storia d’amore che ha regalato al brasiliano un paio di anni fa la gioia più grande: loro figlia Maria. Anche sui social la famiglia è il leitmotiv di ogni suo post, ovviamente oltre al calcio.
Ragazzo con grandi valori, Coutinho. Dal cuore grande. Recentemente su Instagram ha scovato una foto di un bambino intento a guardare la partita del Brasile con una maglia verdeoro fai da te col nome Coutinho ed il numero 11 scritti a pennarello e in men che non si dica ha contattato privatamente il fotografo protagonista dello scatto: “Mi sono emozionato. Mi piacerebbe conoscere il ragazzo, mettimi in contatto con lui”. Quella foto gli ha rievocato la sua infanzia, contraddistinta da stenti e sacrifici, a differenza della vita da calciatore.
Non ha dimenticato le piccole cose. È rimasto sempre Philipinho nonostante ora sia un trascinatore del suo Brasile. O meglio, il vero trascinatore. Sì, perché in questo Mondiale russo finora la stella dell’11 ha brillato molto più di quella dell’amico fraterno. Decisivo anche nell’ultimo match contro la Serbia grazie all’assist perfetto per Paulinho in occasione del primo gol. Coutinho è diventato l’unico giocatore della competizione ad aver segnato (negli scorsi match contro Svizzera e Costa Rica) o fornito un assist in tutti e tre i match giocati. Ha partecipato attivamente a 3 dei 5 gol segnati dai verdeoro nel Mondiale regalando di fatto gli ottavi contro il Messico da primi del Girone: mica male.
E pensare che 4 anni fa per il Mondiale in Brasile non fu nemmeno convocato da Felipe Scolari, generando addirittura un tweet pubblico di disaccordo da parte della polizia brasiliana. Tite invece l’ha posto al centro del proprio progetto fin da subito, tanto da fargli giocare ben 13 partite durante le qualificazioni. Venendo ripagato con gli interessi. Impossibile prescindere da quell’antidivo tanto serio e pacato fuori dal campo quanto geniale e protagonista una volta indossata la maglia blaugrana o verdeoro.