Quindici minuti da capitano del Napoli. Se gliel’avessero detto qualche anno fa, Davide Costanzo forse neanche ci avrebbe creduto: lui, difensore centrale vecchia maniera di appena 19 anni, si è messo sul braccio sinistro la fascia da capitano della sua squadra del cuore, quella tifata da sempre fin da bambino. Se l’amichevole contro il Benevento dello scorso lunedì ha regalato qualcosa a Luciano Spalletti, di certo c’è la presenza di tanti prodotti di un vivaio troppo spesso sottovalutato negli ultimi anni.
Con le tante assenze - dovute alla pausa per le nazionali - nel friendly match del Maradona il toscano ha potuto dare spazio a tutti loro: Vergara, D’Ambrosio, Zanoli e anche Davide Costanzo, uno che la prima squadra la conosce bene e che ora l’ha vissuta per davvero subentrando nella ripresa.
Nell’agenda personale, doveva avere già segnato in rosso la data del 9 febbraio 2020, quella della prima convocazione tra i grandi: Gattuso ha mezza squadra in infermeria, Costanzo ed altri ragazzi volano a Bergamo contro l’Atalanta per la Coppa Italia. Alla fine saranno quattordici le convocazioni in prima squadra, ma per l’esordio (anche se in una gara non ufficiale) bisogna aspettare lo scorso lunedì.
SPALLETTI, COSTANZO ARMA IN PIÙ PER LA DIFESA?
Tra le note a margine che ha tenuto a mente, Costanzo ha sicuramente riservato un posto speciale all’amichevole contro i sanniti: l’1-5 non fa mai piacere a nessuno, ma arriva l’esordio e per di più al Maradona, lo stadio dei sogni. A fine gara è tornato a casa, taciturno come sempre, ma quella fascia al braccio indossata per un quarto d’ora dopo l’uscita di Fabian non si dimentica facilmente.
È la stessa che veste nella “sua” Primavera, ma che al piano superiore solitamente indossa Lorenzo Insigne: i due si conoscono bene, arrivano entrambi dalla stessa strada di Frattamaggiore, le famiglie Costanzo e Insigne distano appena 100 metri e sotto gli occhi vigili di un murales che riproduce Diego Armando Maradona. E chi se no? Lorenzo gli diede il benvenuto tra i grandi a febbraio: “Che sia la prima di tante”, perché chi arriva da lontano con i sacrifici del caso sa riconoscere i meriti altrui. Sacrifici che gli sono valsi il primo contratto da professionista lo scorso luglio: al momento della firma, un sorriso e poi subito ad allenarsi.
Pochi social, tanto campo: Costanzo non è il teenager che ci aspetteremmo. Non usa Facebook, posta poco su Instagram e - soprattutto - parla ancora meno. Tanto poco da “spaventare” chi gli sta intorno. Ma è solo il suo modo di fare, di apprendere, di rubare il mestiere: non sarà facile farsi spazio tra Koulibaly e Manolas, tra Rrahmani e l’ultimo arrivato Juan Jesus. Ma vuole dimostrare di saperci stare: come quando nei minuti finali sradica il pallone dai piedi di un avversario in scivolata e in piena area. Con la sicurezza di chi da un anno studia con i grandi per farsi trovare pronto.