Ora allenatori di livello, un tempo allievi del ‘maestro’ Serse. Grosso e Liverani porteranno anche un po’ degli insegnamenti di Cosmi nella sfida tra Verona e Lecce. Entrambi, infatti, sono esplosi come calciatori a Perugia, quando in panchina sedeva proprio Cosmi: “Non credo di aver fatto scuola – ammette con un pizzico di ironia l'allenatore perugino in un’intervista alla Gazzetta dello Sport - nessuno nelle interviste dice che si ispira a Cosmi...”.
L’occhio lungo di Serse aveva però già intravisto potenzialità interessanti in quei due ragazzi pronti a diventare calciatori di livello: “Esprimevano concetti da allenatore già giocando. Grosso non aveva grande scuola, faceva la mezzala o il trequartista. Era da valutare in ritiro. Cercavamo un esterno sinistro. Ha fatto bene nelle amichevoli, anche un gol con la Real Sociedad. Il piede ce l’aveva ed è diventato Fabio Grosso.
Liverano invece aveva una scuola alle spalle, anche lui intelligente e con un sinistro raro. Dicevano fosse lento per fare il trequartista. A me però piace vedere fantasia davanti alla difesa, meglio il primo passaggio dell’ultimo, così l’ho messo playmaker. Fabio sapeva servire chiunque, vicino o lontano: per me dopo Pirlo uno dei più grandi in Italia.
Grosso è un allenatore che cerca di proporre, con un 4-3-3 molto offensivo. Niente di innovativo, ma con un’idea di aggressività con possesso palla molto interessante. Liverani l’ho visto vincere il derby al Genoa 3-0, pensavo a una carriera lanciata, invece era troppo presto per una piazza così. Lecce è stato il posto giusto, anche se in C”.
Parla dei suoi allievi ma non vede l’ora di tornare ad allenare Cosmi, magari per impartirgli ancora qualche lezione: “Sono impaziente, ho un po’ di miei ragazzi da battere...”
L'intervista completa sulla Gazzetta dello Sport in edicola oggi