Spalletti vs Sarri. Entrambi toscani, entrambi passati per Empoli, entrambi "figliocci" del presidente Fabrizio Corsi. Difficile dire chi abbia stupito di più questa stagione. Spalletti ha rivitalizzato una Roma in caduta libera, che a gennaio pareva in grossa difficoltà anche per l'obiettivo minimo, il piazzamento Champions. Adesso si gioca il secondo posto proprio con il Napoli. "Il mio amico Luciano è un uomo solo al comando nel pianeta Roma" - dichiara Corsi nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport - "Ricordo la serie C, terza di campionato, Empoli-Como. Perdiamo per colpa di una doppietta di un altro vecchio amico, Cecconi. Spalletti a fine gara mi dice: 'Fabrizio, se vuoi ti scrivo la lettera di dimissioni'. Gli rispondo secco: 'Ma che sei diventato bischero! Ride ben chi ride l’ultimo'. Fummo promossi battendo ai play-off il Como. Totti? Gli intitoleranno una strada, uno stadio, la sede della Roma ma se oggi dovessi affrontare i giallorossi e vedessi Totti in campo dal primo minuto sarei un presidente felice perché avrei un vantaggio. Il problema è che la società non aiuta Luciano. Un dirigente dovrebbe passare per le camere alle undici di sera. E se qualcuno gioca a carte avanti con le multe. Invece Spalletti deve fare anche il dirigente".
Spalletti ha l'umiltà di volersi sempre migliorare: "Non smette mai di studiare. Nell’anno in cui è stato fermo è andato in giro a guardare i più bravi. Ci sono suoi colleghi che magari hanno vinto un titolo e si sentono fenomeni. Come se il calcio finisse con loro. Se Luciano resterà alla Roma il prossimo anno inventerà qualcosa di nuovo tatticamente. Roma-Napoli? "Di sicuro non finisce 0 a 0. Immagino un pareggio. E non è certo una bella notizia per Spalletti". Con Sarri altro rapporto speciale: "Lo confesso, a inizio stagione ero preoccupato per Sarri. Avevo paura che non sarebbe riuscito a convincere i campioni partenopei ad accettare il suo calcio che è tutto allenamenti e sacrificio. Invece, dopo un mese Higuain era già innamorato di Maurizio. Il Napoli poteva vincere lo scudetto. Ma non è colpa di Sarri o dei giocatori. Il problema è l’ambiente. Quello bianconero regala dieci punti in più alla Juve. Un Higuain con la maglia della Juve non sarebbe esploso beccandosi tre turni di squalifica. C’è troppa pressione intorno alla squadra".
Pregi e difetti di Sarri? "È un maniaco di pallone. Vive per il calcio. E insegna un calcio nuovo. Che spero diventi un modello di riferimento per il calcio italiano. Mancini? Una battuta da bar che non devi fare davanti a un collega. Ma non voleva offenderlo. È roba da toscanacci. Maurizio è un brontolone nato. Si lamentava spesso anche a Empoli. Una volta, dopo dei torti arbitrali, disse: 'Forse dobbiamo indossare anche noi maglie a strisce'. A noi toscani certe frecciate vengono naturali, Ma Empoli non ha la visibilità di Napoli. Sarri non deve alimentare la fama di brontolone. Non lo aiuterebbe nella sua carriera".